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La morte del giovane “Boscaglia”

La morte del giovane "Boscaglia"
di Giovanni Baldini, 27-9-2004, Creative Commons – Attribuzione 3.0.
Questa storia si svolge nel comune di Montieri (GR).

La mattina dell’8 maggio 1944 la squadra della XXIII Brigata Garibaldi comandata da Marcello Vecchioni venne inviata a sabotare le linee elettriche e telefoniche per disturbare l’azione del nemico.

Dopo aver fatto saltare un traliccio dell’alta tensione ed avere interrotto i cavi del telefono i partigiani vennero a sorpresa ingaggiati da militi fascisti. Nello scontro a fuoco furono gravemente feriti il giovane Guido Radi, detto "Boscaglia", e Alvaro Betti, detto "Ciocco".
Guido Radi venne dapprima colpito alle gambe e impossibilitato alla fuga. Raggiunto dai fascisti venne accerchiato e gli fu imposto di rivelare i nomi dei compagni, per risposta esplose l’ultimo colpo del moschetto sui fascisti e questi lo finirono.

La squadra partigiana rientrò velocemente alla base e "Ciocco" venne affidato alle cure del medico partigiano Giorgio Stoppa, ma non riuscì a salvarlo: morì alle 4 del mattino del giorno successivo.
Il corpo di Guido Radi venne sepolto sul posto dello scontro dai fascisti, successivamente però i tedeschi recuperarono il cadavere e lo straziarono nel trasporto verso Massa Marittima.
Il nome "Boscaglia" verrà successivamente ripreso dalla 23° Brigata, cui apparteneva Radi, che continuò a operare fra le province di Pisa, Siena e Grosseto per tutta la durata della guerra.