Come Cancellammo il 113 Battaglione del Genio
COME “CANCELLAMMO” IL 113° BATTAGLIONE DEL GENIO
Il 1° giugno 1944, riunendoci con altri quattro distaccamenti completammo
l’organizzazione della nostra brigata alla quale mettemmo il nome di un dirigente del PCI assassinato a Firenze, Alessandro Sinigaglia.
Quei monti a sud di Firenze, nella media valle dell’Arno, divennero i nostri monti, le nostre basi, i nostri rifugi per le future azioni di guerriglia.
Di lassù dietro ai cespugli, dietro ai grossi tronchi di querce e di olmi, invisibili sentinelle scrutavano giù a picco le numerose strade, le poche case di Poggio alla Croce e nelle giornate chiare e terse dai picchi più alti, il nastro torto dell’Arno, la lunga linea ferroviaria Figline–Incisa e S.Giovanni in lontananza.
Il Comando della Brigata, con la Compagnia Comando, era dislocato sul Poggio di Scani, 762 m, e teneva le sue mitragliatrici pesanti appostate
in modo da battere le provenienze da Poggio alla Croce, da S. Polo, da Pian della Vite e dalla cresta del vicino Poggio alla Baccheria, 776 m.
Il II distaccamento della II Compagnia era dislocato su Monte Maggio, 731 m, e teneva invece la sua Breda 37 postata in modo da battere le provenienze dal settore di Badia Monte Scalari e da Pian della Vite.
Il I e III distaccamento della II Compagnia, erano invece abbarbicati su Poggio della Noè, 695 m, e con le loro armi automatiche mitragliatrici
Breda 37, bipiedi Brent e due mitragliatrici pesanti, che avevamo recuperato da un aereo americano abbattuto dai tedeschi, che aveva lo stesso munizionamento delle Breda 37, battevano tutta la circostante zona, che non poteva esser colpita dal fuoco degli altri reparti, e cioè la zona del Borro di
Faeta, e le provenienze del Borro di Villemaggiore e del Borro delle Cannucce.
Il III distaccamento della I Compagnia, copriva il territorio che va da Casa al Monte, 752 m, a Poggio Tondo, 734 m, a Poggio Sughero, 752 m,
e con le sue armi automatiche batteva tutta la zona circostante.
Il II distaccamento della I Compagnia, dislocato su Poggio Sughero, 752 m, sulla vallettina sopra a Pian d’Albero, batteva tutte le provenienze da queste località.
Il III distaccamento della I Compagnia era dislocato sul Poggio di Scani, 762 m, a difesa del Comando di Brigata, con le armi postate così come ho descritto.
Oltre a tutto ciò, servizi fissi di pattuglia e posti di blocco con fucili mitragliatori Bren, sorvegliavano la mulattiera di Poggio alla Croce, Casa al Monte, il quadrivio La cappella, situato a 600 m di altitudine, Poggiotondo, 734 m, e il nodo di mulattiera, fra Casanuova e Pian della Vite, 614 m.
Anche la provenienza dal valico del Borro Scandolaia, versante sud di Poggio Sughero alto 752 m erano sotto controllo, come pure la strada
della Panca e la mulattiera, che dalla Casa della Fonte al Gallo, porta vicino alla fattoria di Badia Monte Scalari.
La III Compagnia era invece dislocata sul Monte S. Michele, distante dal nostro complesso difensivo e aveva come CM Nello Vannini e CP Libero
Santoni. La IV Compagnia era dislocata sul territorio che copre grosso modo la zona mineraria del Valdarno: Gaville, Meleto, Castelnuovo dei
Sabbioni e aveva come CM Guelfo Billi e CP Nello Santoni.
La V Compagnia, era dislocata in S. Donato in Poggio e aveva come CM Ugo Zei e CP Sebastiano Simonetti.
Bisogna riconoscere subito che il sistema difensivo da noi organizzato sul Monte Scalari non era un sistema inespugnabile, troppi buchi ancora rimanevano da colmare; ci volevano più uomini ed armi ed il terreno tutt’intorno a noi richiedeva mortai, panzerfaust e lanciafiamme, armi che non avevamo.
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