Nikola Atanasov – Bulgaria

Nikola Atanasov – Bulgaria

Come sembra strana la città.

Com’è strana la gente quando il destino

ci pone sugli occhi le lenti che annunciano la morte:

quelle che portano solo coloro che percorrono la

breve strada dalle panche del palazzo di giustizia al patibolo…

Nikola Atanasov

Di anni 23 – studente – nato a Balèik il 19 marzo 1920 -. Da studente, prende parte alla lotta antifascista ed è uno dei dirigenti del movimento Remsista -. Durante l’occupazione tedesca, mentre partecipa a un’azione per rifornire un gruppo clandestino, è preso e tradotto alla Direzione di Polizia – torturato -.

Processato con due suoi compagni e con essi fucilato, il 14 ottobre 1943,nel cortile della caserma del 27~ Reggimento Fanteria a Sofia.

(Pagina di diario).

Un debole grido di donna interruppe la monotona lettura del Presi­dente del Tribunale, ancor più monotona del tic-tac dell’orologio. Cos’è successo? La lettura continuava: «perché nel momento in cui la Bul­garia era in regolare stato di guerra con l’Inghilterra e l’America… mal­grado sapessero che simili organizzazioni erano proibite… gruppi di gio­vani lavoratori e formazioni militari…

C’era un silenzio di tomba come quello che presentivo si sarebbe fatto dopo che le pallottole dei fucili puntati contro di me mi avrebbero trapassato.

I raggi del sole illuminarono sfacciatamente la nuda nuca del Presi­dente, le sedie e le tavole lucide e le facce pallide dei miei compagni… … «Morte mediante fucilazione! »… Io vedevo gli occhi bagnati di pianto di colei che amo non meno della libertà, che ho amato piú di tutto… Scendevamo le scale, ma ci parevano diverse. Chissà perché, tutto ín­torno era cosí strano.

Tu sei condannato a morte, attenzione, non ti voltare, non ti voltare, non voglio passare guai . per colpa tua! Riconobbi la voce del poliziotto. La mia compagna mi segui di corsa.

Sí, è lei la mia speranza. Lei non può credere che ciò che sto vivendo sia vero… Ma forse quella che vedo sul suo viso è solo una maschera?

Eh, si! Un infelice bisogna che viva le sue ultime ore e i suoi ultimi minuti tranquillamente, con speranza! E con sogni!

Ecco una bambina che porta una rete con dell’insalata e dei legumi. Si ferma a guardarmi… Probabilmente non riesce a capire. Ecco della gente che corre, dell’altra che si ferma. Quando dobbiamo voltare e ab­bandonare la strada che abbiamo percorso, un pensiero mi balena in testa: « Ecco, tu passi per questa strada per l’ultima volta, salutala… » Come sembra strana la città. Com’è strana la gente quando il destino ci pone sugli occhi le lenti che annunciano la morte: quelle che portano solo coloro che percorrono la breve strada dalle panche del palazzo di giustizia al patibolo…

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