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Chiara Ferrari La Badoglieide

Patria Indipendente
Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza, dei loro testi e dei luoghi dove sono nate
La Badoglieide, canzone satirica anti-monarchica su Pietro Badoglio, è uno dei più noti canti della Resistenza antifascista italiana. Secondo la testimonianza di Nuto Revelli, il testo della canzone nacque la notte tra il 25 e il 26 aprile del 1944, da una improvvisazione sulla musica della canzonetta E non vedi che sono toscano? Si dice che in una grangia, deposito per la conservazione del grano, di Narbona, antico abitato tra le valli Grana e Maira, alcuni partigiani della quarta banda di Giustizia e Libertà presero parte alla stesura delle parole, dopo un grosso rastrellamento. Tra questi lo stesso Revelli, Ivanoe Bellino, Alberto e Livio Bianco, Nino Monaco.
Il testo ricorda diversi episodi della storia italiana di quegli anni: la Guerra d’Etiopia e il ducato di Addis Abeba, la guerra di Francia, la campagna italiana di Grecia, Grazzano, paese natale di Badoglio, dove si ritirerà a vita privata, la campagna italiana di Russia, il 25 luglio 1943, giorno della caduta del fascismo, i bombardamenti americani sull’Italia, l’Armistizio di Cassibile, la fuga di Vittorio Emanuele III, la guerra di liberazione italiana.
Per ascoltare
La Canzone
https://youtu.be/m6KDn-8thR8
O Badoglio, o Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio
col tuo degno compare Vittorio
ci hai già rotto abbastanza i coglion.

T’ l’as mai dit parei
/t’ l’as mai fait parei
/t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait
/t’ l’as mai dit parei,
t’ l’as mai dilu: sì sì/t’ l’as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può.

Ti ricordi quand’eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano?
sei davvero un gran bel porcaccion.

Ti ricordi l’impresa d’Etiopia
e il ducato di Addis Abeba?
meritavi di prendere l’ameba
ed invece facevi i milion.

Ti ricordi la guerra di Francia
che l’Italia copriva d’infamia?
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion.

Ti ricordi la guerra di Grecia
e i soldati mandati al macello,
e tu allora per farti più bello
rassegnavi le tue dimission?

A Grazzano giocavi alle bocce
mentre in Russia crepavan gli alpini,
ma che importa ci sono i quattrini
e si aspetta la grande occasion.

L’occasione infine è arrivata
/è arrivata alla fine di luglio
ed allor, per domare il subbuglio
/ti mettevi a fare il dittator.

Gli squadristi li hai richiamati
/gli antifascisti li hai messi in galera
/la camicia non era più nera
ma il fascismo restava il padron.

Era tuo quell’Adami Rossi
che a Torino sparava ai borghesi;
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar.

Mentre tu sull’amor di Petacci
t’affannavi a dar fiato alle trombe,
sull’Italia calavan le bombe
e Vittorio calava i calzon.

I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pietà.

Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re, verso terre sicure?
Siete proprio due sporche figure
meritate la fucilazion.

Noi crepiamo sui monti d’Italia
mentre voi ve ne state tranquilli,
ma non crederci tanto imbecilli
di lasciarci di nuovo fregar.

No, per quante moine facciate
state certi, più non vi vogliamo
dillo pure a quel gran ciarlatano
che sul trono vorrebbe restar.

Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia più posto non c’è.

T’ l’as mail dit parei,
t’ l’as mai fait parei,
t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait
t’ l’as mai dit parei
t’ l’as mai dilu: sì sì
t’ l’as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può.

Chiara Ferrari – Orsù compagni di Civitavecchia

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Orsù compagni di Civitavecchia racconta dei comunisti di Civitavecchia che dovettero abbandonare la loro città distrutta da innumerevoli bombardamenti aerei. Parte di loro andranno a costituire la formazione partigiana che avrebbe operato sui monti della Tolfa. Altri, invece, si raduneranno nel viterbese, nella zona circostante il paese di Bieda. Il testo del canto è di autore anonimo, mentre la musica è quella della canzone anarchica Inno della rivolta. Il canto è stato raccolto a Roma dalla voce di alcuni comunisti ex-detenuti nel carcere di Civitavecchia nel 1939

Per ascoltare

La Canzone

https://youtu.be/5fHWxIVR1s8

Orsù compagni di Civitavecchia

/è giunto alfine il dì de la riscossa:

/corriamo ad innalzar la nostra vecchia

/bandiera rossa!

Della città ribelle e mai domata,

/su le rovine dei bombardamenti,

/la Guardia Rossa suona l’adunata:

/tutti presenti!

Vent’anni e più di tirannia fascista,

/di carcere, confino e di bastone,

/non hanno spento mai nel comunista

la convinzione.

La convinzione che la nuova era

/il mondo condurrà a la redenzione.

/Un motto noi rechiam su la bandiera:

“Rivoluzione!”

La dittatura del proletariato

/sarà la giusta legge universale,

/finché scomparirà l’iniquo Stato

/del capitale!

Chiara Ferrari – Partigiano ha cento penne

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Il partigiano o Il bersagliere ha cento penne è un adattamento di una canzoni militare, alpina, da parte di partigiani che ne hanno fatto una canzone di lotta per la Liberazione. Questo motivo nasce dai partigiani operanti sulle montagne liguri nel 1944, ma lo si ritrova in tutte le regioni dove avvenne la Resistenza. In questo canto si afferma la superiorità del partigiano sugli altri soldati, quelli regolari, che non hanno scelto quella vita: il partigiano è povero, non ha penne sul berretto, ma combatte per la libertà

Per ascoltare

La canzone

https://youtu.be/SBSN9rHE_Ak

Il bersagliere ha cento penne

e l’alpino ne ha una sola

il partigiano ne ha nessuna

e sta sui monti a guerreggiar.

Là sui monti vien giù la neve,

la bufera dell’inverno,

ma se venisse anche l’inferno

il partigiano riman lassù.

Quando viene la notte scura

tutti dormono alla pieve,

ma camminando sopra la neve

il partigiano scende in azion.

Quando poi ferito cade

non piangetelo dentro al cuore,

perché se libero un uomo muore

che cosa importa di morir.

Chiara Ferrari – Col parabello in spalla

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Col parabello in spalla è una canzone derivata dal canto degli alpini Col fucile sulle spalle, cantata soprattutto in Veneto, Liguria e Piemonte.

Si menzionano le bombe scippe, ordigni in uso nella prima guerra mondiale, prodotte dalla SIPPE (Società Italiana Per Prodotti Esplosivi).

Per ascoltare

La Canzone

https://youtu.be/QHgkrZ4emY4

Col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
quando avrò vinto/
col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
ritornerò
.E allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi vuol salutare
e poi mi disse
e poi mi disse
e allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi strinse la mano
e poi mi disse
«I fascisti son là»
.E a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli»
gridando «Ribelli»/
e a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli
abbiate pietà!»

Chiara Ferrari – Pietà l’è morta

Patria Indipendente
Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,
dei loro testi e dei luoghi dove sono nate
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Pietà l’è morta è un brano che commuove. Il testo, steso collettivamente dai partigiani di Nuto Revelli sui monti cuneesi, è scritto sull’aria di Sul ponte di Perati e diventerà il canto della I divisione alpina Giustizia e Libertà, quando, dopo gli ultimi giorni del marzo 1944, il Comando aveva bandito un concorso per una canzone partigiana
Per ascoltare
La Canzone
https://youtu.be/XGxbGfZA2nY
Lassù sulle montagne bandiera nera:
è morto un partigiano nel far la guerra.
È morto un partigiano nel far la guerra,
un altro italiano va sotto terra.

Laggiù sotto terra trova un alpino,
caduto nella Russia con il Cervino
caduto nella Russia con il Cervino.

Ma prima di morire ha ancor pregato:
che Dio maledica quell’alleato!
che Dio maledica quell’alleato!

Che Dio maledica chi ci ha tradito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito.

Tedeschi traditori, l’alpino è morto
ma un altro combattente oggi è risorto
ma un altro combattente oggi è risorto.

Combatte il partigiano la sua battaglia:
Tedeschi e fascisti, fuori d’Italia!
Tedeschi e fascisti, fuori d’Italia!

Gridiamo a tutta forza: pietà l’è morta!

Chiara Ferrari – Con la guerriglia

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,
dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Con la guerriglia (1944), canto di battaglia della Brigata Garibaldina Cichero e di altre formazioni partigiane combattenti sull’Appennino ligure, successivamente passerà ad altre formazioni liguri come la Brigata Centocroci e la Brigata Muccini. Intonato sull’aria della famosa canzone anarchica Inno della Rivolta, nel dopoguerra il brano verrà poi rielaborato in differenti versioni, diffuse prevalentemente in Italia Centrale, Lazio in particolare
Per ascoltare
La canzone
https://youtu.be/OHGsX1ENgmE
Con la guerriglia
E noi farem del mondo un baluardo
Sapremo rider e disprezzar la vita
Per noi risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia

Per tutte le vittime nostre invendicate
Per liberar l’oppressa nostra gente
Ritorna sempre invitto nella lotta
Il patriota

Il nostro grido è libertà o morte
Sull’aspro monte ci siam fatti lupi
Al piano scenderem per la battaglia
Per la vittoria

Famelici di pace e di giustizia
Annienterem il fascismo ed i tiranni
Rossi di sangue e carichi di gloria
Nel fior degli anni

Ai nostri morti scaverem la fossa
Sulle rupestri cime sarà posta
Per noi risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia

Valsesia! Valsesia!

Patria Indipendente
Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza, dei loro testi e dei luoghi dove sono nate
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Valsesia! Valsesia! è la canzone della brigata di Cino Moscatelli, e si muove sulla stessa melodia e sullo stesso ritmo. Ecco l’esecuzione del Gruppo Popolare e Solisti dell’Oltrepo Pavese (tema):
Per ascoltare
La Canzone
https://youtu.be/EhkwvjiZLqM
Valsesia, Valsesia

Quando si tratta di attaccare
noi del Moscatelli siamo i primi
tutti si fermano a guardare
tutti si affacciano ai balcon

Contro i tedeschi e repubblichini
combatteremo siam partigiani
ai nostri monti l’abbiam giurato
dobbiamo vincere o morir

Valsesia! Valsesia!
cosa importa se si muore
questo è il grido del valore
partigiano vincerà

Quando si tratta di attaccare
Quelli del Pedar sono i primi
tutti cominciano a sparare
e dalla Valsesia vincerem

A Moscatelli l’abbiam giurato
Ai nostri morti gridiam così
Ai nostri monti l’abbiam giurato
Vogliamo vincere o morire

Valsesia! Valsesia!/
cosa importa se si muore
questo è il grido del valore
partigiano vincerà

Valsesia! Valsesia!
cosa importa se si muore
questo è il grido del valore
partigiano vincerà

Chiara Ferrari – 8 settembre

 

Patria Indipendente

 

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Canzone dell’otto settembre, canto ricavato sull’aria di una più antica ballata diffusa in tutto l’Appennino, Un bel giorno andando in Francia. Registrato da Roberto Leydi sull’Appennino modenese (Casola, frazione di Montefiorino) e da Cesare Bermani in Abruzzo, può essere considerato un canto di prigionia. Ma anche se riproduce il lamento in prima persona di un soldato, ritrae di riflesso la condizione dei civili.

Per ascoltare

La Canzone

https://youtu.be/fKunTv-h0lI

 

L’otto settembre fu la data,

l’armistizio fu firmato

mi credevo congedato

e alla mamma ritornai.

Al giorno dopo fu fallito

quel bel sogno lusinghiero,

mi hanno fatto prigioniero

e in Germania mi mandar.

Lunghi son quei tristi giorni

di tristezza e patimenti.

Siam rivati a tanti stenti

che in Italia tornerò.

Compagni Fratelli Cervi

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Compagni fratelli Cervi (1944) è uno dei tanti canti dedicato alla tragedia e alla memoria della famiglia Cervi.

Le parole furono composte dai partigiani del Distaccamento Fratelli Cervi, operante nel Reggiano, costituito fra il maggio e il giugno 1944 e comandato dal partigiano Sintoni, appartenente alla 144ª brigata garibaldina Antonio Gramsci. Il canto, infatti, si colloca nella zona di Reggio Emilia. Molto noto fa parte delle numerose canzoni che hanno adottato la melodia della vecchia canzone irredentista Dalmazia

Per ascoltare

La Canzone

Metti la giubba di battaglia,

mitra, fucile e bombe a mano,

per la libertà lottiamo,

per il tuo popolo fedel.

È giunta l’ora dell’assalto,

il vessillo tricolore,

e noi dei Cervi l’abbiam giurato

vogliam pace e libertà, e libertà.

Compagni, fratelli Cervi,

cosa importa se si muore

per la libertà e l’onore

al tuo popolo fedel.

È giunta l’ora dell’assalto…

Compagni, fratelli Cervi…

Chiara Ferrari – Col parabello in spalla

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza, dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

Col parabello in spalla è una canzone derivata dal canto degli alpini Col fucile sulle spalle, cantata soprattutto in Veneto, Liguria e Piemonte. Si menzionano le bombe scippe, ordigni in uso nella prima guerra mondiale, prodotte dalla SIPPE (Società Italiana Per Prodotti Esplosivi).

Per ascoltare

La Canzone

Col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
quando avrò vinto/
col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
ritornerò.

E allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi vuol salutare
e poi mi disse
e poi mi disse
e allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi strinse la mano
e poi mi disse
«I fascisti son là».

E a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli»
gridando «Ribelli»/
e a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli
abbiate pietà!»