Miroslav Pulkrábek – Cecoslovacchia

 

Miroslav Pulkrábek – Cecoslovacchia

Mentirei se dicessi che muoio volentieri.

E chi sarebbe contento di morire giovane come me?

Ma neppure rimpiango nulla. Me ne vado dal mondo

con la mia convinzione intatta e una salda fede nell’av­venire.

 

Miroslav Pulkrábek

Di anni 24 – meccanico – nato a Trutnov (Boemia) il 16 dicembre 1918 — Partecipa al­l’attività clandestina del gruppo comunista di Trutnov – arrestato dalla Gestapo il 24 giu­gno 1940, a Trutnov, con altri 8 membri del gruppo clandestino locale – tradotto nelle carceri di Monaco (Germania) _ Processato ai primi di giugno 1942 dal Tribunale del Popolo di Monaco _ 

 

Giustiziato il 23 dicembre 1942,a Monaco,

con i medesimi otto compagni *.

 

Monaco, 22 dicembre 1942

Miei carissimi genitori e sorellina,

oggi per l’ultima volta prendo la penna e mi separo da voi per sempre. E voglio farlo in modo del tutto semplice, poiché in questo mo­mento solo il cuore può parlare sinceramente al cuore e ogni parola com­plicata è perciò vuota. Se io potessi descrivervi tutto ciò che sento e tutto ciò che ho passato di buono e cattivo in tutto questo tempo, non mi ba­sterebbero quelle poche ore che ancora mi rimangono e poi, forse, non potreste neppure credermi.

Mentirei se dicessi che muoio volentieri. E chi sarebbe contento di morire giovane come me? Ma neppure rimpiango nulla. Me ne vado dal mondo con la mia convinzione intatta e una salda fede nell’av­venire. Ciò che mi affligge è il pensiero del vostro doloroso inganno. Nelle vostre ultime lettere esprimete ancora tanta speranza, addirittura fiducia, mentre la realtà è diversa, dura e implacabile. Pur tuttavia, miei cari, non dovete imprecare o torcervi le mani, né il pianto, né le impre­cazioni possono cambiare alcunché.

Mando mille saluti, per l’ultima volta, là, lontano, a casa mia, alla mia terra natia che, sia oggi illuminata dal sole dorato o domani avvolta nel grigiore delle nebbie dell’autunno oppure ricoperta da una coltre di neve luccicante, mi fu sempre tanto cara. Poiché là è stata la mia culla e là lascio voi, miei piú cari tesori, e molti altri, tanto, tanto cari amici. Il ricordo di tutto ciò che è là da noi è stato una delle consolazioni per tutto il periodo della prigionia; questa consolazione e la grande fede i in un avvenire migliore non mi sono stati tolti neppure dalle sofferenze, dai patimenti e dalle delusioni che ho subito in tutto questo tempo, quando, con le mie proprie esperienze, ho compreso che l’uomo può invidiare alla bestia, magari a un gattino, un po’ di latte o dei rifiuti, ma soprattutto una carezza. Però ho conosciuto anche il vero amore e l’amicizia di cuori coraggiosi, fedeli fino alla morte. Solo chi ha con­diviso il loro destino può apprezzarli, nessun altro. Papà e mammina, vi ringrazio ancora per tutta la cura e i sacrifici con i quali mi avete al­levato, per l’amore di cui mi avete sempre colmato. Che io abbia impa­rato a esservi riconoscente, a rispettarvi e amarvi dovutamente, di ciò fanno prova sicuramente anche le mie ultime lettere. Vi ho cagionato molti dolori, lo so, ma vi prego, perdonatemi e comprendete che, non solo allora, ma neppure oggi potrei né vorrei agire altrimenti da come ho agito.

L’amore e la bontà dei vostri cuori li lascio a quei piccoli nipotini che mi guardano tanto innocentemente dalla fotografia, e qui sento che nella felice e sorridente gioventú loro e di tutti i bambini anch’io conti­nuerò, per voi, a vivere. Il tempo ferisce, il tempo placa, e arriverà quel giorno in cui dal ritmo gioioso del lavoro… [censurato].

Vi auguro molti anni di felicità e salute. Quello che il destino ha tolto a me, che lo dia a voi. Vi bacio e vi stringo tutti al cuore per l’ul­tima volta.

Per sempre vostro

Mirck

Note

* In questo periodo, in relazione al colpo di mano in cui veniva ucciso il Reichsprotektor di Boemia e Moravia, Heydrich, vennero condannati a morte anche molti patrioti che da piú anni si trovavano in carcere.

 

Lascia un commento