Luigi Vanzan – Il perdono

Il perdono di Luigi Vanzan
Fuggito da Roma nel settembre del ’43, raggiunsi il mio paese, Galzignano, dove trovai conforto e pace. Ma la mia vita fu interrotta un brutto mattino quando le SS tedesche occuparono la disabitata Villa Barbariga. Mi rifugiai a Padova, pensando che una città fosse phi sicura. Illuso! Padova mi fu fatale e venni arrestato e portato a Palazzo Giusti. Qui per diverse notti dovetti subire duri interrogatori. Durante i primi fui forte e riuscii a rispondere a tono dichiarandomi sempre innocente. Poi i pugni, le bastonate alla testa, le scosse elettriche mi ridussero all’impotenza. Una notte fui ricondotto nella mia cella fuori conoscenza. Non so quanto tempo rimasi in queste condizioni. Mi svegliai sentendomi toccare, aprii gli occhi e vidi uno sconosciuto che mi osservava. lo non potevo parlare, capii solo che era un medico. Dopo qualche ora fui portato in un’altra stanza dove trovai il professar Giovanni Apolloni, il professar Giovanni Ponti, il professor Adolfo Zamboni, il professor Francesco De Vivo e altri ancora che mi rincuorarono. Pili di tutto mi sollevò il trovare il mio anziano professore don Apolloni. Il 25 aprile uscimmo da quella triste dimora tutti assieme, liberi. Seppur fisicamente menomato per il trattamento subito, sono felice di poter ora testimoniare, scegliendo il perdono per tutti anziché la vendetta.

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Informazioni su toscano

Io Nato Io fui nel secolo passato, circa ventinovemilacinquecentosettantacinque giorni o giù di li Città tu se’ la Venere Firenze Patria dell’Allighier, salve, e mia Patria Allor che a salutar venni col pianto La valle de lo giglio, ed alla vita De ‘l sole i raggi ailluminar lo mondo

Pubblicato il 24 agosto 2017, in La Banda Carità con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. Qui Luigi Vanzan figlio di Bruno Vanzan che abitava a Galzignano ai tempi. Chissa’ se conosceva mio padre.

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