Imre Bèkés-Glass – Francia

 

Imre Bèkés-Glass – Francia

 

Non ho nulla da rimproverarmi, sono vissuto da uomo

e voglio morire come tale. La vita senza libertà

non ha grande valore e tutti coloro che non hanno

avuto il coraggio di lottare per la loro vita non se la meritano

 

Imre Bèkés-Glass

Di anni 32 – operaio siderurgico e meccanico – nato a Budapest (Ungheria) nel 1912 -. Mentre si trova ancora in Ungheria, entra nelle Organizzazioni Giovanili Comuniste e quindi nel Partito Comunista Ungherese _ Venuto in Francia e scoppiata la guerra, si arruola nell’esercito francese e combatte con il 230 Reggimento di linea dei Volontari Stra­nieri — Smobilitato dopo l’armistizio, prende parte, ancor prima della formazione dei F.T.P.F., a uno dei primi gruppi di sabotaggio nella zona di Parigi – entra quindi nel I Distaccamento dei F.T.P. immigrati, composto da ungheresi* e romeni – compie azioni di sabotaggio e colpi di mano -. Arrestato il 17 novembre 1943, mentre sale sulla metropolitana a Denfert-Rocherau – tradotto nelle carceri di Fresnes -. Processato il 17-18 febbraio 1944, con ventitre compagni, all’Hotel Continental di Parigi, dal Tribunale Militare tedesco -.

 

Fucilato il 21 febbraio 1944 al Mont-Valérien

(Parigi) con ventidue suoi com­pagni.

 

Fresnes, 21.2,44

Mia piccola moglie Ila e Bitzi,

sono le ultime ore della mia vita. Saremo fucilati questo pomeriggio alle 3. Un foglio non basta per scrivervi tutto ciò che vorrei. Mia pic­cola Ila, ti abbraccio e ti amo infinitamente. Spero che guarirai, tu puoi essere ancora sana. Siate ottimisti come lo sono io. Non ho nulla da rimproverarmi, sono vissuto da uomo e voglio morire come tale. La vita senza libertà non ha grande valore e tutti coloro che non hanno avuto il coraggio di lottare per la loro vita non se la meritano.

Da parte mia vi auguro una vita molto migliore. Alleva ed educa i nostri figli, fa’ loro vedere la vita quale è. Non sono commosso, ma fa cosí freddo che non posso scrivere. In questo momento abbiamo ri­cevuto un pacco della Croce Rossa e ce lo spolveriamo come bambini per non andare di là a stomaco vuoto. Ciò che mi rincresce è che non

posso realizzare i miei sogni, migliorare la vita di tutti. Vi prego di conservare la mia roba, Ila può farne ciò che vuole. Se potete mandate qualche soldo in Ungheria a mio padre che è tanto povero e ha 80 anni. Miei cari, vi bacio mille volte e vi auguro tante belle cose. Ila, non mi dimenticare mai come io non ti dimenticherò mai. E’ strano, sono un povero diavolo, siamo quattro nella cella e non possiamo scrivere. Ho migliaia di amici e dei parenti, , non posso scriverei loro nomi, non c’è spazio sufficiente. Vi abbraccio tutti tutti. Noi siamo caduti nella lotta, ma essi avranno una vita diversa da noi.

Scusami se non sono un uomo che piange al limite della sua vita, ma coraggioso e pronto a morire. Mia piccola Ila, Bitzi, piccoli André e Odette e tutti quelli che mi sono cari. Che tanto bene sia in tutta la vostra vita come non ho avuto io. Vi abbraccio tutti per l’ultima volta. Mille baci

Emeri Glass

 

 Note

* Gli altri emigrati ungheresi fucilati il 21 febbraio 1944 erano: Joseph Boczov, nato in Transilvania nel 1905 e Thomas Elek nato a Budapest nel 1925

 

 

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