Willem Robert Douma – Olanda

Willem Robert Douma – Olanda

 

Non è vero che la mia vita è stata bella?

Si! Posso dire coi miei 24 anni:

ho concluso qualche cosa, ho fatto qual­che

cosa per contribuire a rendere un po’ migliore

il mondo secondo la mia convinzione.

 

Willem Robert Douma

Di anni 24 – impiegato al Comune di Amsterdam – nato ad Amsterdam il 30 dicembre 1918. Membro del Movimento Giovanile Socialista – diffonde il giornale clandestino « Het Parool » (« La Parola ») – distribuisce armi e svolge propaganda — Arrestato ad Amsterdam il 16 settembre 1941 – tradotto nelle carceri « Euterpestraat », « Wetering schans » e « Amstelveensesveg » di Amsterdam, quindi in quelle di Scheveningen (L’Aja), Amersfoort (Utrecht), Vught (Nord Brabante) e Utrecht — Condannato al primo prccesso del gruppo dell’« Het Parool » svoltosi a Utrecht fra il 12 e il 19 Dicembre 1942 davanti al ‘Tribunale Militare tedesco della Zona Aerea di Olanda -,

 

Fucilato il 5 febbraio 1943,

sul campo di aviazione di Soesterberg (Utrecht),

con Nicolaas Sayders e dodici loro compagni.

 

Utrecht, 5 febbraio 1943

Cari genitori, Rie e Dirk, anche Piet e Jan, Greet e altri amici, ecco la mia ultima lettera. Stamane siamo stati trasportati da Vught a Utrecht e lí ci venne comunicato che nel pomeriggio alle 2 saremmo stati fucilati. Con orgoglio posso dirvi che tutti, ricevendo quella terribile notizia, siamo stati calmi e senza paura. Ora sono già quasi le 12. Ancora poche ore dunque e tutto sarà finito. Finito? Non lo so, ma allora lo saprò. Saprò realmente se esiste una migliore vita dopo questa. In fondo non ha neanche tanta importanza. E’ molto, molto peggio per te, mamma, e per te, papà, e per la mia cara sorella Rie e per il fratellino Dirk. Ma ricordate sempre e trovate molta consolazione nella certezza che siamo morti in un modo degno dei nostri ideali: calmi e senza paura. Ognuno deve morire, dunque anch’io. A che giova allora lamentarsi? Non dovete rimpiangermi, ma ricordarvi di me. C’è qui intorno a me gente che ha moglie e figli. Non è molto peggio per loro? Ma anch’essi tengono la testa alta. Henk Roos, che è stato sempre un cosí buon amico per me, vi dirà molto di me. Anche Arie van Soet e Kareltje Witmond, il nostro beniamino. E poi il mio fedele compagno Nico Snyders quanto ci siamo consolati e fatto animo! Ore indimen­ticabili abbiamo passate nel dolore e nella tristezza, dandoci a riflessioni serie, ma… anche nella gioia. Non è vero che la mia vita è stata bella? Si! Posso dire coi miei 24 anni: ho concluso qualche cosa, ho fatto qual­che cosa per contribuire a rendere un po’ migliore il mondo secondo la mia convinzione. Ho contribuito a formare dei giovani e a farne delle personalità. Meglio avere vissuto 24 anni con la certezza di aver con­cluso qualcosa di buono, che vivere per 80 anni una vita noiosa e mo­notona.

Cari vecchi genitori miei, mamma mia e il papà mio fedeli, è duro, ma che questa sia la vostra consolazione.

Addio mamma, papà, Rie, Dirk, Piet, Jan, Greet e tutti gli altri, coraggio e non piangete!

Addio!

Per tutta l’eternità, vostro

Robbie

 

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