Giordano Campagnolo – Verso la libertà –

Verso la libertà di Giordano Campagnolo

Sono nel campo di concentramento di Bolzano, appoggiato al reticolato che divide il mio blocco (blocco H, pericolosi) dagli altri blocchi, e c’è un’eccitazione in giro, in quanto si dice da «Radio scarpa» che la Croce Rossa Internazionale veglia sul campo stesso. Ad un tratto vedo, nello spazio riservato alle guardie, i componenti della banda Carità che fraternizzano con i loro camerati delle SS tedesche. Passa il professor Meneghetti, lo chiamo per comunicargli ciò che ho visto; ma mi risponde che li ha già affrontati beffeggiandoli. Col suo carattere deciso ed orgoglioso ciò era inevitabile. Un bel coraggio! e glielo dico (siamo sempre noi i prigionieri), ma lui imperterrito mi fa: «Senti, Campagnolo, era il minimo che potessi fare con quelle canaglie! ». E se ne va stizzito. agitando le braccia. Verso sera mi vien dato il foglio di uscita. Con una ventina di compagni vengo fatto salire su un camion che ci porta al Passo della Meldola. il 29 aprile 1945 e siamo liberi. Passo la notte in un fienile a Ruffré ed al mattino ritorno a Bolzano. Mi apposto nei pressi del campo con la speranza di trovare degli amici con cui fare il viaggio verso casa, e mi accorgo che tutti i nostri ex carcerieri entrano in una villetta e ne escono in abiti civili. Non so che fare, ma poiché devo fare qualcosa, dopo una altra sbirciata, mi dirigo verso la zona industriale: allo Stabilimento Lancia mi rivolgo al portiere chiedendo di poter parlare con qualcuno della commissione interna. Viene subito un bel giovanotto, gli dico chi sono e da dove vengo, avvertendolo che potrei anche essere un agente provocatore e pertanto lo prego di non compromettersi in alcun modo. Gli esprimo l’urgenza di segnalare a qualcuno quei personaggi, già segnalati da Radio Londra come criminali di guerra, perché li si possa pedinare ovunque essi vadano. Capisce subito mi era parso un tipo molto sveglio) e mi affida ad un uomo in bicicletta, informandomi che stanno approntando un pullman per portare il professor Meneghetti ed altri in Svizzera, e mi chiede se voglio approfittarne. Ricuso in quando ritengo che ho ancora quel dovere da assolvere. Ritorno perciò alla villetta e segnalo a l’uomo molti dei nostri compari. Faccio ulteriori raccomandazioni a quella cara persona e poi mi dirigo in Val Sarentino. Sono fra compaesani. A notte cominciano le scaramucce che, dopo alterne vicende, porteranno il comando tedesco del generale von Senger und Etterlin ad aprire le trattative tramite il vicentino Rodella, conclusesi con il controllo della città da parte dei partigiani e il libero passaggio alle truppe tedesche in ritirata. Il 16 maggio rientro a Vicenza. Alcuni giorni dopo leggo sui giornali che una pattuglia americana delle OSS ha fatto irruzione in un rifugio dell’alta Val di Siusi uccidendo il maggiore Carità e ferendo la sua amante

 

 

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Informazioni su toscano

Io Nato Io fui nel secolo passato, circa ventinovemilacinquecentosettantacinque giorni o giù di li Città tu se’ la Venere Firenze Patria dell’Allighier, salve, e mia Patria Allor che a salutar venni col pianto La valle de lo giglio, ed alla vita De ‘l sole i raggi ailluminar lo mondo

Pubblicato il 24 ottobre 2017, in La Banda Carità con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. Queste persone non sono mai ricordate! Campagnolo sono state utili e disinteressate. Mai hanno beneficiato personalmente del loro ruolo di comando ! Nome di battaglia di Giordano Campagnolo=L.O.L.O

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