Morto Alla Guerra E Alla Pace Vittorio Sereni

Vittorio Sereni

Morto Alla Guerra E Alla Pace

Non so più nulla, è alto sulle ali I
l primo caduto bocconi s
ulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla
[mormorando
di pregar per l’Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alla costa
(di Francia
No risposto nel sonno:
[- E’ il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi
sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono
[morto a
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono
[sui pali.
Non è musica d’angeli, è la mia
sola e mi basta -.

Vittorio Sereni nasce a Luino nel 1913, collabora alla rivista mila­nese «Corriere», ostile al fasci­smo. Nel ‘43 viene fatto prigio­niero in Sicilia e internato per circa due anni in campi di pri­gionia d’Algeria e Marocco. La sua esperienza di reclusione viene vissuta con sentimenti di dolorosa impotenza, di esclusione dalla storia, di amara mortificazione che il poeta riuscirà
ad alleviare solo dopo molto tempo.

, «Diario d’Algeria», pubblicata nel’47 da Vallecchi, oggi ripresa, insieme a tutte le altre, da Mondadori.

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Articolo tratto dal Settimanale “Il Manifesto 1995

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