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Inno Partigiani Fiorentini

Inno Partigiani Fiorentini

Sinigaglia, Lanciotto, Potente

sono nomi coperti di gloria

trucidati sì barbaramente

dai nemici di tutta la storia.

Ma se i martiri nostri son morti

guarderan verso di noi così

e diranno: no, non siam morti,

marceremo con voi come un dì.

Siamo partigiani

si lotta, si vince, si muor

siamo gli italiani

abbiamo una fede nel cuor

per l’Italia bella

tutto daremo ancor

contro i barbari nazifascisti

inesauribile è il nostro valor.

Vai fuori d’Italia

va’ fuori ch’è l’ora

va’ fuori d’Italia,

va fuori stranier!

Fanciullacci, Caiani, Rosselli

son brigate di garibaldini

che guidati dagl’inni più belli

marcian verso i migliori destini

di un’Italia tradita vilmente

da un ventennio di lutti e di orror

liberata sarà finalmente

dal tedesco tiranno invasor.

Siamo partigiani

si lotta, si vince, si muor

siamo gli italiani

abbiamo una fede nel cuor

per l’Italia bella

tutto daremo ancor

contro i barbari nazifascisti

inesauribile è il nostro valor.

Vai fuori d’Italia

va’ fuori ch’è l’ora

va’ fuori d’Italia,

va fuori stranier!

Chiara Ferrari La Badoglieide

Patria Indipendente
Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza, dei loro testi e dei luoghi dove sono nate
La Badoglieide, canzone satirica anti-monarchica su Pietro Badoglio, è uno dei più noti canti della Resistenza antifascista italiana. Secondo la testimonianza di Nuto Revelli, il testo della canzone nacque la notte tra il 25 e il 26 aprile del 1944, da una improvvisazione sulla musica della canzonetta E non vedi che sono toscano? Si dice che in una grangia, deposito per la conservazione del grano, di Narbona, antico abitato tra le valli Grana e Maira, alcuni partigiani della quarta banda di Giustizia e Libertà presero parte alla stesura delle parole, dopo un grosso rastrellamento. Tra questi lo stesso Revelli, Ivanoe Bellino, Alberto e Livio Bianco, Nino Monaco.
Il testo ricorda diversi episodi della storia italiana di quegli anni: la Guerra d’Etiopia e il ducato di Addis Abeba, la guerra di Francia, la campagna italiana di Grecia, Grazzano, paese natale di Badoglio, dove si ritirerà a vita privata, la campagna italiana di Russia, il 25 luglio 1943, giorno della caduta del fascismo, i bombardamenti americani sull’Italia, l’Armistizio di Cassibile, la fuga di Vittorio Emanuele III, la guerra di liberazione italiana.
Per ascoltare
La Canzone
https://youtu.be/m6KDn-8thR8
O Badoglio, o Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio
col tuo degno compare Vittorio
ci hai già rotto abbastanza i coglion.

T’ l’as mai dit parei
/t’ l’as mai fait parei
/t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait
/t’ l’as mai dit parei,
t’ l’as mai dilu: sì sì/t’ l’as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può.

Ti ricordi quand’eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano?
sei davvero un gran bel porcaccion.

Ti ricordi l’impresa d’Etiopia
e il ducato di Addis Abeba?
meritavi di prendere l’ameba
ed invece facevi i milion.

Ti ricordi la guerra di Francia
che l’Italia copriva d’infamia?
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion.

Ti ricordi la guerra di Grecia
e i soldati mandati al macello,
e tu allora per farti più bello
rassegnavi le tue dimission?

A Grazzano giocavi alle bocce
mentre in Russia crepavan gli alpini,
ma che importa ci sono i quattrini
e si aspetta la grande occasion.

L’occasione infine è arrivata
/è arrivata alla fine di luglio
ed allor, per domare il subbuglio
/ti mettevi a fare il dittator.

Gli squadristi li hai richiamati
/gli antifascisti li hai messi in galera
/la camicia non era più nera
ma il fascismo restava il padron.

Era tuo quell’Adami Rossi
che a Torino sparava ai borghesi;
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar.

Mentre tu sull’amor di Petacci
t’affannavi a dar fiato alle trombe,
sull’Italia calavan le bombe
e Vittorio calava i calzon.

I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pietà.

Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re, verso terre sicure?
Siete proprio due sporche figure
meritate la fucilazion.

Noi crepiamo sui monti d’Italia
mentre voi ve ne state tranquilli,
ma non crederci tanto imbecilli
di lasciarci di nuovo fregar.

No, per quante moine facciate
state certi, più non vi vogliamo
dillo pure a quel gran ciarlatano
che sul trono vorrebbe restar.

Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia più posto non c’è.

T’ l’as mail dit parei,
t’ l’as mai fait parei,
t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait
t’ l’as mai dit parei
t’ l’as mai dilu: sì sì
t’ l’as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può.

Chiara Ferrari – I partigiani di Castellino

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,
dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

I partigiani di Castellino è una canzone cantata sull’aria dell’Inno degli studenti universitari fascisti. Si sa che le parole furono scritte nel 1944 durante una marcia di trasferimento da Castellino (Cuneo) a Marsaglia,
Per ascoltare
La Canzone
https://youtu.be/o8YtbUozm-g

Al comando di Granzino,
dalle Langhe noi veniam
partigiani di Castellino
che la patria difendiam.

Barbe lunghe e scarpe rotte
un fucile nella man
noi pugniamo sempre giorno e notte
e l’onor ti vendichiam.

Quando il cammin si fa più duro
noi resistiam e non ci arrestiam
quando il ciel si fa più scuro
allora noi cantiam!

Tra boschi e macchie nelle tane
come lupi noi viviam
aspra guerriglia
che da giorni e da mesi conduciam!

La nostra fede
sarà quella che sui vili vincerà
c’è una voce che dirà: «Viva i baldi, viva i veci
partigian di   Castellin!»

C’è una voce che dirà:
«Viva i baldi, viva i veci
partigian di Castellin!»

La lotta partigiana a Firenze

Medaglia d’oro al valor militare alla Città di Firenze

Motivazione

Generosamente e tenacemente nelle operazioni militari che ne assicurarono la Liberazione, prodigò se stessa in ogni forma: resistendo impavida al prolungato, rabbioso bombardamento germanico, mutilata nelle persone e nelle insigni opere d’arte. Combattendo valorosa l’insidia dei franchi tiratori e dei soldati germanici. Contribuendo con ogni forza alla Resistenza e all’insurrezione: nel centro, sulle rive dell’Arno e del Mugnone, a Careggi, a Cercina e dovunque; donava il sangue dei suoi figli copiosamente perché un libero popolo potesse nuovamente esprimere se stesso in una libera nazione.

10 agosto 1945

Chiara Ferrari – Orsù compagni di Civitavecchia

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Orsù compagni di Civitavecchia racconta dei comunisti di Civitavecchia che dovettero abbandonare la loro città distrutta da innumerevoli bombardamenti aerei. Parte di loro andranno a costituire la formazione partigiana che avrebbe operato sui monti della Tolfa. Altri, invece, si raduneranno nel viterbese, nella zona circostante il paese di Bieda. Il testo del canto è di autore anonimo, mentre la musica è quella della canzone anarchica Inno della rivolta. Il canto è stato raccolto a Roma dalla voce di alcuni comunisti ex-detenuti nel carcere di Civitavecchia nel 1939

Per ascoltare

La Canzone

https://youtu.be/5fHWxIVR1s8

Orsù compagni di Civitavecchia

/è giunto alfine il dì de la riscossa:

/corriamo ad innalzar la nostra vecchia

/bandiera rossa!

Della città ribelle e mai domata,

/su le rovine dei bombardamenti,

/la Guardia Rossa suona l’adunata:

/tutti presenti!

Vent’anni e più di tirannia fascista,

/di carcere, confino e di bastone,

/non hanno spento mai nel comunista

la convinzione.

La convinzione che la nuova era

/il mondo condurrà a la redenzione.

/Un motto noi rechiam su la bandiera:

“Rivoluzione!”

La dittatura del proletariato

/sarà la giusta legge universale,

/finché scomparirà l’iniquo Stato

/del capitale!

Chiara Ferrari – I figli di nessuno

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza, dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Figli di nessuno, canzone scritta sull’aria di Noi siam nati chissà quando e Avanti siam ribelli, cantata dai reparti della 4ª divisione Giustizia e Libertà operanti nel Canavese. In diverse versioni viene cantata anche in Emilia, in provincia di La Spezia e in Piemonte
Per ascoltare
La Canzone
https://youtu.be/WRCTj_mVlG8
Noi siam nati chissà quando
chissà dove
allevati dalla pubblica carità
senza padre senza madre
senza un nome
e noi viviam come gli uccelli in libertà.

Figli di nessuno
per i boschi noi viviam
ci disprezza ognuno
perché laceri noi siam/ma se c’è qualcuno
che ci sappia ben guidar – e ben guidar

Figli di nessuno
anche il digiuno saprem lottar.

Noi viviam fra i boschi
e sulle alte cime
e dagli aquilotti
ci facciam comandar
ma il nemico nostro
dai confini scaccerem – e scaccerem
e l’Italia bella
noi la saprem – noi la sapremo liberar.

Figli di nessuno
per i monti noi viviam
ci disprezza ognuno
perché laceri noi siam
ma se c’è qualcuno
che ci sappia ben guidar – e ben guidar

Figli di nessuno
anche a digiuno saprem lottar.

Chiara Ferrari – Partigiano ha cento penne

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Il partigiano o Il bersagliere ha cento penne è un adattamento di una canzoni militare, alpina, da parte di partigiani che ne hanno fatto una canzone di lotta per la Liberazione. Questo motivo nasce dai partigiani operanti sulle montagne liguri nel 1944, ma lo si ritrova in tutte le regioni dove avvenne la Resistenza. In questo canto si afferma la superiorità del partigiano sugli altri soldati, quelli regolari, che non hanno scelto quella vita: il partigiano è povero, non ha penne sul berretto, ma combatte per la libertà

Per ascoltare

La canzone

https://youtu.be/SBSN9rHE_Ak

Il bersagliere ha cento penne

e l’alpino ne ha una sola

il partigiano ne ha nessuna

e sta sui monti a guerreggiar.

Là sui monti vien giù la neve,

la bufera dell’inverno,

ma se venisse anche l’inferno

il partigiano riman lassù.

Quando viene la notte scura

tutti dormono alla pieve,

ma camminando sopra la neve

il partigiano scende in azion.

Quando poi ferito cade

non piangetelo dentro al cuore,

perché se libero un uomo muore

che cosa importa di morir.

Chiara Ferrari – Col parabello in spalla

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani

Chiara Ferrari

Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,

dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Col parabello in spalla è una canzone derivata dal canto degli alpini Col fucile sulle spalle, cantata soprattutto in Veneto, Liguria e Piemonte.

Si menzionano le bombe scippe, ordigni in uso nella prima guerra mondiale, prodotte dalla SIPPE (Società Italiana Per Prodotti Esplosivi).

Per ascoltare

La Canzone

https://youtu.be/QHgkrZ4emY4

Col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
quando avrò vinto/
col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
ritornerò
.E allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi vuol salutare
e poi mi disse
e poi mi disse
e allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi strinse la mano
e poi mi disse
«I fascisti son là»
.E a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli»
gridando «Ribelli»/
e a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli
abbiate pietà!»

Chiara Ferrari – Pietà l’è morta

Patria Indipendente
Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,
dei loro testi e dei luoghi dove sono nate
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Pietà l’è morta è un brano che commuove. Il testo, steso collettivamente dai partigiani di Nuto Revelli sui monti cuneesi, è scritto sull’aria di Sul ponte di Perati e diventerà il canto della I divisione alpina Giustizia e Libertà, quando, dopo gli ultimi giorni del marzo 1944, il Comando aveva bandito un concorso per una canzone partigiana
Per ascoltare
La Canzone
https://youtu.be/XGxbGfZA2nY
Lassù sulle montagne bandiera nera:
è morto un partigiano nel far la guerra.
È morto un partigiano nel far la guerra,
un altro italiano va sotto terra.

Laggiù sotto terra trova un alpino,
caduto nella Russia con il Cervino
caduto nella Russia con il Cervino.

Ma prima di morire ha ancor pregato:
che Dio maledica quell’alleato!
che Dio maledica quell’alleato!

Che Dio maledica chi ci ha tradito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito.

Tedeschi traditori, l’alpino è morto
ma un altro combattente oggi è risorto
ma un altro combattente oggi è risorto.

Combatte il partigiano la sua battaglia:
Tedeschi e fascisti, fuori d’Italia!
Tedeschi e fascisti, fuori d’Italia!

Gridiamo a tutta forza: pietà l’è morta!

Chiara Ferrari – Con la guerriglia

Patria Indipendente

Cantavano i partigiani
Chiara Ferrari
Breve rassegna (e breve storia) di alcune famose canzoni della Resistenza,
dei loro testi e dei luoghi dove sono nate

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Con la guerriglia (1944), canto di battaglia della Brigata Garibaldina Cichero e di altre formazioni partigiane combattenti sull’Appennino ligure, successivamente passerà ad altre formazioni liguri come la Brigata Centocroci e la Brigata Muccini. Intonato sull’aria della famosa canzone anarchica Inno della Rivolta, nel dopoguerra il brano verrà poi rielaborato in differenti versioni, diffuse prevalentemente in Italia Centrale, Lazio in particolare
Per ascoltare
La canzone
https://youtu.be/OHGsX1ENgmE
Con la guerriglia
E noi farem del mondo un baluardo
Sapremo rider e disprezzar la vita
Per noi risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia

Per tutte le vittime nostre invendicate
Per liberar l’oppressa nostra gente
Ritorna sempre invitto nella lotta
Il patriota

Il nostro grido è libertà o morte
Sull’aspro monte ci siam fatti lupi
Al piano scenderem per la battaglia
Per la vittoria

Famelici di pace e di giustizia
Annienterem il fascismo ed i tiranni
Rossi di sangue e carichi di gloria
Nel fior degli anni

Ai nostri morti scaverem la fossa
Sulle rupestri cime sarà posta
Per noi risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia