Cronologia – 1945 – Gli ultimi giorni di Salò
Gli ultimi giorni di Salò
1945
1 gennaio A Milano, Ferruccio Parri viene arrestato dai tedeschi.
2 gennaio. Sforza rassegna le di- missioni dalla carica di alto commissario per la punizione dei delitti e degli illeciti del fascismo; in luglio al suo posto sarà nominato Nenni.
Le donne di Ragusa iniziano la rivolta del «non si parte», contro la chiamata degli uomini nell’esercito del sud. In pochi giorni, anche per i collegamenti con i gruppi anarchici e con il movimento separatista siciliano (che si sta organizzando nell’Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia – Evis), l’agitazione si amplierà fino alla proclamazione della repubblica di Comiso. La polizia interviene ovunque con estre- ma durezza e violenza.
15 gennaio. A Roma viene fondata l’Ansa, sulle ceneri della precedente agenzia di stato «Stefani», compromessa con il fascismo
17 gennaio. L’esercito russo entra a Varsavia.
28 gennaio. Si apre a Napoli il primo congresso della Cgil che conferma alla sua guida Di Vittorio, Grandi e Lizzadri.
31gennaio.Viene riconosciuto il diritto di voto alle donne. Il comitato interministeriale per la ricostruzione – Cir – presenta agli alleati un «Piano di primo aiuto», che elenca le necessità urgenti del paese.
4 febbraio Si apre la conferenza di Yalta. Si chiuderà l’l 1.Wolff si incontra in Germania con Himmler: discutono un piano per trattare con gli anglo-americani la resa e imbastire un’alleanza anti-sovietica in Europa centrale. Il piano, discusso anche con Hitler, è del tutto irrealistico.
18 febbraio. Le donne di Bondeno (Ferrara), in una manifestazione contro i nazi-fascisti e le difficili condizioni di vita nella provincia, occupano il municipio e danno fuoco ai registri di leva.
22 febbraio. Cadorna si dimette da comandante del CA per le contraddizioni manifestate all’interno del Clnai sul suo ruolo. Verrà richiamato poco dopo, quando il Clnai – con la sola opposizione dei socialisti – gli riconoscerà pieni poteri nella condotta militare della guerra.
24 febbraio. A Milano i fascisti uccidono Eugenio Curiel, tra gli organizzatori del Fronte della Gioventù, l’organismo antifascista giovanile.
28 febbraio. Il governo ristabilisce relazioni diplomatiche normali con la Francia.
5 marzo. A Roma, la folla scende in piazza per manifestare contro l’evasione dal carcere di Roatta – criminale fascista accusato anche di essere responsabile dell’assassinio dei fratelli Rosselli – e assalta il Viminale. La polizia interviene e uccide un dimostrante.
Negli stessi giorni si susseguono incontri tra gli alleati e i tedeschi per trattare la resa delle forze tedesche in Italia. Gli americani, come garanzia, chiedono la liberazione di Parri e del maggiore Usmiani, che sarà accettata.
7 marzo. Cade l’ultimo avamposto tedesco sul Reno e gli alleati entrano in Germania.
13 marzo. Mussolini, attraverso l’arcivescovo di Milano, Schuster, invia ai comandi alleati una proposta di capitolazione nella quale richiede per se stesso e alcuni collaboratori garanzie di incolumità personale. Gli alleati rifiutano ogni proposta che non equivalga la resa incondizionata.
A Torino vengono fucilate le sorelle Arduino, Vera e Libera, insieme al padre, Gaspare. Erano tra le più attive organizzatrici dei Gruppi di difesa della donna e del movimento partigiano in città. 19 marzo. In Svizzera, Wolff incontra alcuni generali alleati per trattare la resa delle truppe tedesche in Italia. Viene avvisata anche la diplomazia sovietica, comunque esclusa dalla trattativa diretta.
I colloqui non hanno esiti di particolari rilevanza.
28 marzo. Agitazioni e scioperi in tutte le regioni ancora occupate è la prova generale per lo sciopero pre insurrezionale di aprile.
29 marzo. Il Cnai, in accordo con il governo Bonomi e in conformità con i piani delle forze alleate, stabilisce un piano d’insurrezione generale: al momento dell’insurrezione i Cln regionali assumeranno il governo delle loro zone, per ritrasmetterlo, appena possibile, all’amministrazione militare alleata o al governo di Roma. Negli stessi giorni, il Clnai unifica le formazioni partigiane e nomina un comando insurrezionale ristretto: ne fanno parte Leo Valiani (azionista), Carlo Emilio (comunista) e Sandro Pertini (socialista). Alla presidenza del Clnai viene nominato il socialista Roberto Morandi All’inizio di aprile riprende l’offensiva alleata nel settore tirrenico.
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