Cronologia -1944 – inverno delle rappresaglie

 

L’inverno delle rappresaglie
1944

 

10 ottobre. I partigiani liberano Alba e costituiscono una repubblica che resisterà fino al 2 novembre. U­no dei primi atti è la ricostituzione dei sin­dacati liberi.

 

15 ottobre. A Villamarzana (Rovigo) i nazifa­scisti trucidano 41 civili.

 

19 ottobre. A Palermo durante una manife­stazione di protesta contro le difficili con­dizioni di vita, la polizia spara: i morti sono 30 e i feriti oltre 150.
Gullo, ministro dell’agricoltura, emana nuove norme (poi ricordate come «decre­ti Gullo» e importanti per tutto il successi­vo dibattito sulla riforma agraria) per la definizione di riparto dei contratti di mez­zadria e per la concessione a cooperative di contadini delle terre incolte o seque­strate dai fascisti.

 

21 ottobre. Cade l’Ossola e i partigiani su­perstiti sconfinano in Svizzera.

 

25 ottobre. Il comandante delle SS in Italia, Wolff, contatta il cardinale di Torino, Fossa­ti, per avviare una trattativa coi comandi partigiani sul ritiro delle truppe tedesche da tutto il territorio nazionale.

 

27 ottobre. L’offensiva alleata è sospesa alla «linea gotica», dove i tedeschi hanno ap­prontato un estremo sistema difensivo che attraversa la penisola dalla Versilia al­l’adriatico. Per sfondarlo saranno necessa­ri sei mesi.

 

31 ottobre. Il luogotenente Umberto propo­ne di risolvere la questione istituzionale non più attraverso la costituente ma tra­mite referendum popolare.

 

A Roma viene costituita la Confederazio­ne nazionale dei coltivatori diretti, stacca­ta dalla Cgil. Segretario viene nominato Paolo Bonomi.

 

2 novembre. Cade Alba.

 

4 novembre. Strage di partigiani a Cantalupa.

 

5 novembre. A Milano, Longo riunisce i triumvirati insurrezionali del Pci per forni­re loro direttive sulla prosecuzione della guerra di liberazione.

 

7 novembre. A Bologna, nella zona di Porta Lame, inizia una durissima battaglia tra fa­scisti e partigiani. Le forze partigiane resi­stono e dopo due giorni i morti saranno rispettivamente 216 e 12. Nell’autunno-inverno del 1944 i tedeschi riusciranno a rioccupare tutte le zone liberate.

 

13 novembre. Il generale inglese Alexander legge alla radio il «proclama Alexander». Dal momento che gli alleati si sono ferma­ti, egli ordina alle forze partigiane di «ces­sare le operazioni organizzate su vasta scala» e di porsi sulla difensiva. Ovviamen­te questo ha un effetto scoraggiante sui partigiani. Poco dopo il comando dei CA interverrà a scongiurare lo smantellamen­to delle formazioni resistenti con le «istru­zioni per la campagna invernale», datate 2 dicembre.
I nazifascisti riescono a rioccupare tutte le zone del cuneese fino ad allora liberate.

 

14 novembre. I ministro della marina, De Courten, si dimette in seguito a dissidi col comunista Scoccimarro in merito al pro­blema dell’epurazione.

 

25 novembre. Bonomi si dimette per i con­trasti emersi all’interno della coalizione di governo. I punti controversi riguardano la questione istituzionale e la politica di e­purazione. Nei giorni successivi il Ccin propone di affidare il nuovo incarico a Sforza, ma incontra il veto degli inglesi, che sostengono la riproposizione della candidatura di Bonomi. Quest’ultima sarà avallata dalle componenti moderate del Ccln, dai socialisti e dallo stesso Togliatti,
che teme una totale estromissione del sinistre dal governo. Pd’A e Psiup, invece rifiuteranno di partecipare a un secondo governo Bonomi.

 

27 novembre. Nuovo rastrellamento del valle Grana (Cn).
Finisce l’esperienza della repubblica partigiana di Torriglia: la cittadina di Bobbio è nelle mani dei nazifascisti.

 

30 novembre. L’organo del Partito d’azione pubblica una «Lettera aperta», inviata al altre componenti del Cln, con la quale apre il «dibattito delle cinque lettere» che chiarisce le diverse posizioni e programmi delle forze politiche protagoniste della Resistenza. Il Pd’A poneva chiaramente lotta di resistenza come momento fondante e fondamentale del nuovo stato che sarebbe nato alla fine del conflitto, rifiutando categoricamente il ripristino dello stato prefascista. Proponeva quindi attribuire ai Cln un ruolo di governo effettivo e di estenderne la partecipazione alle altre forze politiche della resistenza. Il 15 dicembre la risposta del Pci sottolinea ruolo dei partiti, mediatori tra le massa gli organi politici, delineando per quello della lotta armata, piuttosto che la determinazione del futuro assetto politico. Il 12 gennaio 1945 anche la Dc interverrà nel dibattito, sostenendo che non era necessario alcun ampliamento del ruolo del Cln, dal momento che l’alleanza delle forze antifasciste era un fatto contingente e necessario nella lotta di liberazione, che doveva però poi aprire «il libero gioco della battaglia politica».

 

Dicembre. Esce il primo numero de «L’Uomo qualunque», fondato e diretto da Guglielmo Giannini, leader del movimento omonimo.

 

2 dicembre. Rastrellamenti nel Monferrato Il 3 Duccio Galimberti -comandante delle formazioni di Giustizia e Libertà in Pie­monte- viene catturato e fucilato a Cuneo.

 

4 dicembre. Liberazione di Ravenna.

 

7 dicembre. A Roma una delegazione del Ci­nai composta da Pajetta, Pizzoni, Parri e Sogno (quest’ultimo in rappresentanza delle formazioni partigiane autonome) firma un accordo -i «protocolli di Roma»-col generale Wilson, comandante delle forze alleate nel Mediterraneo. Gli alleati, in cambio della garanzia del totale sman­tellamento delle formazioni partigiane a guerra finita e del pieno riconoscimento dell’autorità alleata anche sulla designa­zione del futuro governo italiano, offrono ai partigiani sostegno militare e finanzia­rio.

 

12 dicembre. Si insedia il Il’ governo Bono­mi. Il presidente del consiglio è anche mi­nistro degli interni. Ne fanno parte Rodinò e Togliatti, vicepresidenti, Brosio, ministro senza portafoglio, De Gasperi agli esteri, i democristiani Tupini alla giustizia e Gron­chi al commercio e lavoro, Pesenti (Pci) al­le finanze, Gullo (Pci) all’agricoltura, Scoc­cimarro (Pci) all’Italia occupata, i liberali Soleri, al tesoro, Casati e Arangio Ruiz, ri­spettivamente alla guerra e alla pubblica istruzione. L’ammiraglio De Courten viene riconfermato alla marina.

 

16 dicembre. Al teatro Lirico di Milano, Mus­solini fa la sua ultima apparizione pubbli­ca, con il «discorso della riscossa»: si soffer­ma sugli aspetti sociali della nuova repub­blica fascista, annuncia la convocazione di un’assemblea costituente alla fine del conflitto e si impegna per il riconoscimen­to della libera espressione anche al di fuo­ri del partito unico.

 

26 dicembre. Governo e Clnai -rappresenta­to da Pajetta- firmano un accordo nel qua­le il governo italiano riconosce il Cinai co­me «organo dei partiti antifascisti nel ter­ritorio occupato dal nemico», coi compito di condurre la lotta di resistenza contro fa­scisti e tedeschi.

 

Giovanna Boursier
Marco Scavino
Ricordate quel 25 Aprile?
Dal Manifesto 1995

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