Archivi categoria: Poesie di Giulio Stocchi

Giulio Stocchi Se ne stava così triste

Giulio Stocchi

Se ne stava così triste

il gran re

che l’ospite lacero

ne ebbe pietà

e degli inferi scese

gli infiniti gradini…

Ma la favola di Alcesti

può essere oggi

raccontata così:

Se ne stava così lacero l’ospite

che il gran re ne ebbe fastidio

e agli inferi ordinò che fosse condotto

degli infiniti gradini

Giulio Stocchi L’amico mio caro si chiede se “per far guarir l’Italia”

Giulio Stocchi

L’amico mio caro si chiede se “per far guarir l’Italia”

occorra “spaccar la testa ai sciur”

come dice l’antica canzone

La mia risposta è inequivocabilmente: “Sì”

Senza corpi contundenti però

bensì sconfiggendo

le loro vetrine la loro televisione le loro idee

Perché ciò avvenga occorre che “i non sciur”

comincino a pensare

o quantomeno a pensare diversamente

da come “i sciur” hanno loro insegnato

con le loro vetrine la loro televisione le loro idee

Il difficile è appunto

questo

Giulio Stocchi – Melma

Giulio Stocchi

Melma

è una parola che deriva dal longobardo
e significa
-leggo sul vocabolario-:
Terra abbondantemente intrisa d’acqua
attaccaticcia
che si trova spesso sul fondo dei fiumi
E in senso figurato:
endemica bruttura morale
Chissà se lo sanno le camicie verdi
che raccolgono in
un’ampolla l’acqua del grande fiume
invocando i longobardi loro avi?

Giulio Stocchi–Tutto à perduto fuor che l’onore

Tutto è perduto fuorché l’onore

gridò re Francesco ritto

in mezzo ai cadaveri dei soldati

morti per il suo onore

Ad essi non restò che la pietà dei corvi

che neppure oggi viene negata

ai morti delle guerre

in cui tutto si guadagna fuorché l’ono

Giulio Stocchi – Sei musulmano?

Giulio Stocchi

Sei musulmano?

e senza attendere la risposta dell’albanese

che lavora a giornata nei boschi sui monti

continua: Non importa

per me può essere una matita

per te un portacenere per lui un accendino

Non importa il nome di Dio

Certo qualcosa c’è…

Ma la religione per me vuol dire

non farti del male

anche perché il male ti si è già attaccato addosso

che ti tocca lavorare

Poi tace cava un pacchetto gualcito

e gli offre una sigaretta

 

Giulio Stocchi – La semina del raccolto

Giulio Stocchi

La semina del raccolto

Coloro che furono

vivi

che amarono

che sognarono

che dubitarono

a braccia larghe

giacciono

sulla terra

con gli occhi

fissi al cielo

La voce che grida

pace

si perde nel silenzio

e solo le risponde

un vento

Sulle macerie

delle città di coloro

che furono

vivi

che sognarono

che amarono

che dubitarono

traccia i suoi enigmi

il fumo

E si leggono

nella semina

gli indizi

del raccolto

Giulio Stocchi . La testa sfondata dai calci

Giulio Stocchi

La testa sfondata dai calci
del ragazzo sull’asfalto
vale dunque meno
di una bandiera bruciata

Ciò è giusto è ragionevole

Nell’alto dei cieli l’aereo
con la stella di Davide infatti
vale di più della casa
che tra poco esploderà

Giulio Stocchi – La piccola Anja mi scrisse:

Giulio Stocchi

La piccola Anja mi scrisse:
“Salve sono una ragazza di quattordici anni
ho letto le sue poesie… sono molto belle
io ho vissuto in Bosnia nel periodo della guerra
e queste poesie hanno rievocato
piccole lacrime… grazie”
Le tengo sulla scrivania dove lavoro
queste parole
come Fogazzaro teneva il suo fiore
Mi ricordano il senso della poesia
e il suo onore

Giulio Stocchi – Han mandato l’esercito in città

Giulio Stocchi

Han mandato l’esercito in città
paraponziponzipà!
sarebbe certo cosa seria
fosse guerra alla miseria
ma è guerra ai poveracci
contro i miseri gli stracci
che i cittadini in litania
voglion solo mandar via
con che mezzi non si sa
paraponziponzipà!

Giulio Stocchi – E’ più facile per un cammello

Giulio Stocchi

E’ più facile per un cammello

passare per la cruna di un ago

che per un ricco entrare

nel Regno dei Cieli

Per come va oggi il mondo

ci devono essere

cammelli molto piccoli

o aghi molto grandi