Cvjatko Kolev Radojnov – Bulgaria

Cvjatko Kolev Radojnov – Bulgaria
Si avvicina la mia fine, ma il bene che io non ho avuto verrà per voi
e per i vostri figli e nipoti. Per esso ho dato 30 nni della mia vita.
Ricordatevi di me, allora.
Cvjatko Kolev Radojnov
Di anni 47 – insegnante – nato a Kràn (Kazanlàk) il 10 febbraio 1895 -. Combattente nella prima guerra mondiale e gravemente ferito, viene insignito della massima onorificenza bulgara al Valor Militare – ritornato alla vita civile, insegna in vari villaggi – a Burgas Sveti Nikola compie la sua prima esperienza politica prendendo parte attiva allo sciopero dei fer­rovieri – nel 1923 diventa capo della cooperativa « Osvobozdenie » (« La liberazione ») e fonda la locale sezione e la sezione giovanile del Partito Comunista Bulgaro – per questa attività il 9 giugno 1923 viene arrestato e seviziato – rilasciato nel settembre dello stesso anno, prende parte all’insurrezione popolare guidando alcune centinaia di insorti di Burgas che riescono a occupare un quartiere periferico della città – condannato a morte in contu­macia, ripara nell’U.R.S.S., dapprima in Ucraina dove continua a svolgere attività orga­nizzativa, quindi a Mosca dove frequenta l’Accademia Militare « Frunze » e dove diventa insegnante di tattica all’Accademia Militare, Stalin – dopo un periodo quale istruttore militare in Cina, accorre in Spagna dove combatte con il grado di colonnello sul fronte di Madrid e si distingue a Guadalajara – nel 1938 torna a Mosca dove insegna all’Accademia Militare « Frunze » – dopo l’occupazione tedesca della Bulgaria torna in patria e diventa capo della sezione militare del Comitato Centrale del Partito Comunista -, Nell’aprile 1942, mentre rientra alla sua abitazione, viene aggredito, ferito, e portato alla Direzione di Polizia -.
Sofia, 21.VI.I942
Caro fratello e sorella,
dopo una separazione di vent’anni sono tornato in n patria, ma non vi ho potuto vedere. So quanto voi tutti desideravate vedermi, ma ho lasciato che questo accadesse piú tardi, quando avrei potuto venire libe­ramente da voi. Ma questo non è accaduto.
Si avvicina la mia fine, ma il bene che io non ho avuto verrà per voi e per i vostri figli e nipoti. Per esso ho dato 30 nni della mia vita. Ricordatevi di me, allora. Ho passato una vita tumultuosa, ma sono stato felice perché avevo sempre davanti a me il nobile scopo di consa­crare le mie modeste forze per il bene dei popoli. Io sono tranquillo,
perché credo che la realizzazione del mio scopo è vicina, molto vicina. Io sognavo di vedervi allora, di vedere i miei compaesani, di provare questa gioia insieme a tutti voi.
Portate il mio saluto a tutti, in quel giorno felice. Io credo che voi farete di tutto per creare una vita bella e che non permetterete piú che ritornino i vecchi tempi della guerra, delle sogerenze e delle ingiustizie.
Vostro fratello
Cvjarko
Carissima figlia mia Inocka,
probabilmente non ti vedrò piú, non sentirò più la tua voce, non ti bacerò piú. E come vorrei vederti, magari solo una volta!
Qui, nella mia patria, in Bulgaria, sono caduto prigioniero come sol­dato dell’Armata Rossa e il nemico non mi lascerà. Non mi perdonerà, perché io mi sono battuto per la liberazione del mio popolo, per la sua indipendenza, per la pace. Io sento che è giunto l’ultimo mio momento e posso dirti che tuo padre muore con onore e tu puoi essere fiera di essere mia figlia.
Come vorrei vedere la fine! La libertà, la gioia dei popoli dopo la vittoria della nostra gloriosa Armata Rossa. Ma io muoio tranquillo perché credo nella vittoria, credo che verranno giorni buoni per l’uma­nità, credo che anche tu sarai felice. E allora ricordati del tuo papà che ti amava. Anch’io con le lacrime agli occhi e con una fitta al cuore mi ricordo del nostro Spartako: lui ci ha lasciati troppo presto. Va’ sulla sua tomba e portagli dei fiori per me. Conforta la mamma, come sapevi fare con tanta grazia anche prima, baciala per me.
Sii sempre una cittadina esemplare della grande patria sovietica. Bacio te e la mamma.
Il vostro
Cvjtko

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