Belgio – Lettere di condannati a morte

Sono Caduti per la “Libertà”

Con il nome della “Patria sulle labbra

E “Bandito” sul cartello al collo dell’impiccato

Lettere di condannati a morte – Belgio –

 

Le perdite subite dai belgi a causa dell’occupazione tedesca ammontano a 26 mila cittadini su di una popolazione di quasi 8 milioni e mezzo di abitanti.

I resistenti caduti in azione sono stati circa 7 mila, quelli giustiziati 2800. Inoltre sono caduti 9813 civili. I morti o uccisi in deportazione furono 6397 su un totale di 80 mila deportati di cui : 5 mila politici; 30 mila ebrei sui 43 mila che, non avendo potuto emigrare o nascondersi, dovettero iscriversi nei registri tedeschi; 45 mila deportati per il servizio del lavoro obbligatorio.

Le esecuzioni capitali in territorio belga furono effettuate per fucilazione e, in un numero limitato di casi, per impiccagione. Quelle avvenute dopo deportazione in Germania furono effettuate (a Colonia, Brandeburgo, Francoforte sul Meno, Berlino e altri luoghi) anche per decapitazione (scure o ghigliottina).destinati ai campi tedeschi e per i comunisti trattenuti come ostaggi.

Numerose furono le esecuzioni capitali dì ostaggi o comunque avvenute senza processo, alcune delle quali con piú decine di patrioti sacrificati in un solo episodio. Il loro numero e, piú generalmente, quello delle perdite dei patrioti, si fa piú alto negli ultimi mesi dell’occupazione quando, dopo lo sbarco Alleato in Francia, si intensifica l’azione della resistenza. Cosí, per il periodo dopo il giugno 1944, l’Armée Secrète registra 1500 fra uccisi e giustiziati; le Milices Patriotiques (« Milizie patriottiche ») 272 uccisi in combattimento e 58 giustiziati; i Partisans Armés (( Partigiani armati ») 1500 fra uccisi e giustiziati. Molti degli « uccisi » sono di fatto dei giustiziati dopo la cattura (cosí, ad esempio, i 35 prigionieri presi nel combattimento di Forét Trooz presso Liegi e passati subito per le armi mentre di altri 20 prigionieri non si è saputo piú nulla).

Le rappresaglie contro la popolazione civile ebbero inizio sin dai giorni dell’invasione, motivate dalla presunta esistenza (tuttavia smentita) di franchi-tiratori. Episodi particolarmente sanguinosi si ebbero in alcune zone delle Fiandre dove, nel giro di pochi giorni, vi furono piú di duecento massacrati fra cui donne, vecchi e bambini. Gli ultimi massacri furono compiuti alla fine del 1944 nella zona rioccupata dai tedeschi in seguito all’offensiva delle Ardenne. Cosí a Stavelot, il 19 dicembre, le S.S. sterminano 26 persone, quasi tutte donne e bambini; a Noville-lez-Bastogne, il 21 dicembre, 8 persone fra cui il parroco e il maestro; nei dintorni di Renarmont, il 23 dicembre, 17 persone tra cui donne e bambini; a Bande, il 24 dicembre, 34 persone. Le ultime fucilazioni in territorio belga (molti belgi furono giustiziati in Germania dopo la liberazione del loro Paese) vengono segnalate in data 30 dicembre 1944: sono i quattro fratelli Léonard e il parroco di Ferraux. In questo stesso periodo e precisamente il 17 dicembre, a Baugnec, presso Malmédy, 104 prigionieri americani furono passati per le armi o massacrati da carri armati tedeschi o bruciati vivi in una casa in cui si erano rifugiati.

Nella persecuzione dei patrioti e nella loro morte ebbero parte notevole i collaborazionisti belgi e particolarmente gli aderenti al movimento rexista e del Volkspartei.

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