Le Stragi Nascoste

Le persecuzioni tedesche in Italia settentrionale furono terribili, torture morali e fisiche sono inflitte ai prigionieri politici,  gli ostaggi sono massacrati il C.N.L.A.I chiede l’intervento delle Nazioni Unite presentando questo piccolo elenco

1.    Aprile 1944 — Il patriota Costarella Teodoro, classe 1927, di Torre Pellice, catturato dalle truppe SS germaniche insieme a 7 compagni, viene con essi seviziato così crudelmente da apparire irriconoscibile. Le gambe e le braccia del cadavere presentano profonde incisioni di baionetta e lacerazioni multiple cosicché gli arti sono staccati dal busto. Gli occhi appaiono enucleati; i denti, in parte strappati (testimonianza della signora Schioppi residente a Torre Pellice che ha riconosciuto la salma del giovane).

2— Due patrioti di Torre Pellice, Giraud Giovanni e Martina Piero, catturati e feriti dopo brillanti azioni di sabotaggio a Villar Perosa (avevano distrutto a colpi di mazza diverse macchine per la fabbricazione di cuscinetti a sfera e resi inservibili migliaia di cuscinetti in partenza per fabbriche tedesche) vengono sottoposti ad inenarrabili sevizie. Prima di ucciderli vengono esposti sulla piazza di Villar Perosa per 7 ore crivellati di ferite, perché i loro gemiti siano di ammonimento ai civili. Finiti poi a colpi di calcio di fucile. (Esiste documentazione fotografica presso diverse famiglie della Val Germanasca. La patriota Albina Ferraris, di anni 45, di Torre Pellice, afferma di averle vedute.)

3— Viene catturato ad Airali (Luserna San Giovanni) il giovane patriota Guido Gianni; torturato all’ufficio politico di Torino fino a perdere le unghie dei piedi e delle mani. Gli viene strappata la maggior parte dei denti e 2 costole sono spezzate dalle battiture. Dimesso poi è stato notato nel mese di luglio con facoltà mentali alterate (testimonianza dei patrioti Gay Giovanni e Albina Ferraris).

4 -Giugno 1944 — Nella valle di Susa vicino a Gianocco (sud di Bussoleno) viene catturato dai nazifascisti guidati dal ten. Marconcini (nel settembre in servizio presso l’ufficio politico di Torino), il patriota Gino, già sottotenente di complemento degli alpini, appartenente alla banda di Marcellin. Appeso per i piedi ad un albero, viene ucciso mediante un fuoco accesogli sotto il capo. Il supplizio è prolungato ad arte, distogliendo il capo del patriota dal fumo che poteva produrre una rapida morte per soffocazione e riportandolo poi sulla fiamma viva (testimonianza di Giancarlo, già tenente di compl. di art. alp. della divisione Taurinense, attualmente capo di un nucleo di sabotatori).

5 -Ancora nella valle di Susa, nei pressi del Canale del Lys, viene catturato, ferito alla gamba, il caposquadra Armando, alpino della banda di Giulio Almese. Appeso ad un albero per un tendine del piede, viene soffocato lentamente con una bacinella di acqua nella quale viene immerso a diverse riprese il capo del patriota (testimonianza di Giancarlo).

6— Ad Ulzio, il commissario politico Lancellotti Giovanni fa appendere nella piazza del luogo il cadavere di 3 patrioti della banda di Marcellin, morti sotto le sevizie più atroci ed inibisce qualsiasi sepoltura ai corpi dei caduti. Dopo diversi giorni i miseri resti venivano buttati in una fossa in un prato (testimonianza dell’alpino Giuffré Renato di Bardonecchia, ora internato a Grenoble). [ … ]

7— La studentessa Italia viene arrestata a Torino sotto accusa di aver aiutato i patrioti (effettivamente era di collegamento tra il CLN di Torino e le Bande dell’Alta Valle di Susa). All’ufficio politico di Torino viene torturata lungamente. Sedici militi si approfittano di lei e poi la uccidono barbaramente (testimonianza di Guido, internato a Grenoble).

8— A Bagnolo i nazifascisti torturano fino alla morte un giovane patriota costringendo la madre ad assistere al supplizio del figlio, prolungatosi per circa 2 ore (testimonianza della signora Antilla Tortoni, di Torre Pellice). Ancora a Bagnolo, ucciso il padre di un patriota, la figlia del suppliziato viene costretta ad incendiare la casa col cadavere del padre dentro. Successivamente viene torturata ed uccisa a colpi di calcio di fucile (testimonianza della signora Antilla Tortoni).

9- A Barge il giovane Carli, figlio dell’ex vicesindaco del paese, trasportato ferito dopo strenua resistenza nella propria casa, viene appeso per i piedi. La vecchia madre e le sorelle sono obbligate ad accendere un fuoco sotto il capo del patriota, già seviziato in precedenza e ad assistere alla tortura finita con la morte del rispettivo figlio e fratello. La madre impazzisce dal dolore (testimonianza dell’on. Gay Matteo, attualmente rifugiato a Mont­dauphin). Responsabile materiale dei fatti di Barge, Bagnolo e Cumiana (complessivamente oltre 200 persone torturate ed uccise) è il figlio di von Langen, già console tedesco a Torino negli anni 1937-42, tenente delle SS.

10 -Luglio 1944 – Il cadavere di Alberto Calleri, già ufficiale della R. Aeronautica, viene straziato da SS italiane nel Convitto valdese di Torre Pellice. Successivamente sepolto in un prato (testimonianza dell’on. Gay Matteo).

11 -Agosto 1944 – Da due fonti diverse, da accertare, si apprende che a Torre Pellice sarebbero state uccise barbaramente da fanti della divisione Oberland 3 giovani ragazze, parenti di patrioti, accusate di aver prestato aiuti ai patrioti. Appese vive con gancio da macellaio, spasimano diverse ore sulla piazza prima che intervenga la morte per soffocazione o per troncamento della vena iugulare. Sembra che una delle tre ragazze abbia sofferto 16 ore prima di morire. La popolazione non può intervenire, dato il coprifuoco e l’ordine di fare immediatamente fuoco sui civili impartito dai soldati tedeschi.

12- Il supplizio precedente è stato applicato anche dai fascisti della Banda Nera Ather Capelli. Nel borgo della Rana (sopra Chiamonte) avrebbero costretto il padre di un patriota, certo Bacon, a tirare la fune alla quale era stato agganciato per la gola il figlio catturato ferito (testimonianza di Aldo, della banda di Marcellin).

Furono inoltre compilati quadri riassuntivi su scala regionale, sul genere di quello – redatto nell’ottobre-novembre 1944 – che qui si riproduce nella parte relativa all’Arco Alpino:
È impossibile per il momento fornire dati completi, poiché le informazio­ni che pervengono al Governo italiano sono necessariamente frammentarie. I dati riprodotti in questo appunto sono esclusivamente quelli che risultano in modo certo. Naturalmente essi sono largamente inferiori alla realtà. Soltanto dopo la liberazione di tutto il territorio nazionale sarà possibile integrarli in modo da dare un quadro completo delle atrocità commesse in così gran numero dai tedeschi in Italia.

In Piemonte: uccisi 613 uomini, 27 donne, Il bambini; deportati in Germania 3250 uomini; due interi abitati distrutti; 50 case coloniche incendiate. Rappresaglie nelle quali si è particolarmente manifestato lo spirito di crudeltà dei tedeschi: il 19.9.1943 i tedeschi, dopo aver mitragliato la popolazione di Boves (Cuneo), bruciavano vivo sulla piazza il parroco del paese ed uccidevano altro sacerdote mentre somministrava i sacramenti; il 24.7.1944 l’abitato di Ceva è stato interamente bruciato ed è stata mitragliata la popolazione in fuga.

In Lombardia: uccidi 933 uomini, 303 donne, deportali in Germania 1:300 uomini
Rappresaglie nelle quali si è particolarmente manifestato lo spirito di crudeltà dei Tedeschi
nel novembre 1943 a Marchirolo (Varese) vennero  fucilati 8 civili, alcuni dei quali sono stati sepolti ancora vivi; il 15.7.1944, a Bergamo, si omise per rappresaglia di dare l’allarme aereo, per cui in una fabbrica perirono sotto il bombardamento circa 1000 operai.

Nel Veneto, Trentino, Venezia Giulia: uccisi 79 uomini 5 donne. Rappresaglie nelle quali si è particolarmente manifestato lo spirito di crudeltà dei tedeschi:
Nel 19.7.1944 a Trieste, impiccati agli alberi delle strade e rimasti esposti per parecchi giorni 15 civili. A Trieste l’esecuzione di 7 soldati tedeschi da parte dei patrioti venne recentemente vendicata con il supplizio di 77 triestini impiccati agli alberi d’una delle vie più frequentate della città.

Da “Le stragi Nascoste”
Di Mimmo Franzinelli
Ed Mondadori

NB Le forografie non si riferiscono ai fatti

descritti. Purtroppo sono comunque vere

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