Grecia – Lettere di condannati a morte

Sono Caduti per la “Libertà”

Con il nome della “Patria sulle labbra

E “Bandito” sul cartello al collo dell’impiccato

Grecia – Introduzione

 

1° Maggio 1941 Lo studente universitario Manolis Glesos,

penetrato nell’Acropoli di Atene, ne strappa dal pennone

la bandiera tedesca e vi fa sventolare la bandiera ellenica.

Il gesto assume valore simbolico della riscossa

 

Secondo dati parziali resi noti nel 1946 dall’Ufficio Ellenico per i criminali di guerra, i patrioti e i cittadini ellenici giustiziati isolatamente, in gruppo o in massa per la loro attività di resistenti o per rappresaglia, ammontano a 30 mila.

Una piú aggiornata valutazione porterebbe tale cifra a 39 mila. Con i morti in combattimento o nei campi di concentramento e la popolazione uccisa per cause di occupazione (in particolare per i bombardamenti aerei effettuati dai tedeschi a scopo, intimidazione o rappresaglia), o morta nelle epidemie, il numero complessivo deIle vittime del periodo di occupazione sarebbe valutabile a circa 300 mila, su una popolazione di poco piú di 7 milioni di abitanti. Questi dati, come i successivi, non comprendono le perdite subite dai greci nei conflitti avvenuti dopo la cacciata dei tedeschi.

Le prime esecuzioni capitali hanno luogo nel corso dell’occupazione dell’isola di Creta (maggio 1941), le ultime nei giorni stessi in cui i tedeschi abbandonano la Grecia (ottobre-novembre 1944 per il continente, marzo 1945 per le ultime isole evacuate: Corfú e Creta). Esecuzioni ed eccidi sono stati compiuti da i quattro occupanti: tedeschi, italiani (fino al settembre1943), bulgari (nella Macedonia Orientale e nella Tracia, fino al settembre 1944) e albanesi (in alcune zone dell’Epiro). Fino all’armistizio italiano le forze di occupazione furono costituite dalla XI Armata Italiana, dalla V Armata Tedesca e dal II Corpo d’Armata Bulgaro, per un totale di 300mila uomini. Dopo il settembre 1943 tale cifra si ridusse a 180 mila uomini cosí suddivisi: 100 mila tedeschi, 40 mila bulgari e 40 mila d’altre nazionalità. Collaborazionisti greci, inoltre, hanno compiuto eseguzioni capitali o se ne sono resi corresponsabili (fin dal momento dell’occupazione, quando autorità greche fecero consegnare ai tedeschi i detenuti, esponenti del movimento operaio), agendo da delatori e partecipando a interrogatori e torture.
Oltre 3 mila esecuzioni capitali, sempre stando alle cifre pubblicate dal suddetto, Ufficio, hanno avuto luogo nella zona di Atene con una media, nell’ultimo anno, di quasi due esecuzioni al giorno. Non c’è zona del territorio continentale e nelle isole che non abbia conosciuto esecuzioni e massacri; prima fra tutte l’isola di Creta ove numerosi villaggi ebbero, in un solo episodio, oltre cento trucidati


Fra gli innumerevoli massacri compiuti dagli occupanti tedeschi si ricordi quello del 13 dicembre 1943 a Kaìàvryta (Epiro), dove la quasi totalità della popolazione maschile (689 uomini su 700) fu mitragliata nel giro di tre ore, mentre solo l’atto di umanità di un ufficiale austriaco salvava all’ultimo momento le donne e i bambini rinchiusi nell’edificio scolastico a cui era stato appiccato il fuoco (ma molte donne già si erano gettate dalle finestre ed erano state finite a colpi di mitra)
Va pure ricordato, per il carattere addirittura orgiastico che assunse l’episodio, il massacro della popolazione (25O fra uomini, donne e bambini) di Dìstomon, nei pressi del Monte Parnaso (Attica), avvenuto il 10 giugno 1944 Molteplici, sebbene di piú modeste proporzioni e rivolti unicamente contro gli uomini, sono stati gli eccidi compiuti dagli occupanti italiani; cosí la fucilazione per rappresaglia di 103 politici detenuti nel campo di Larissa, avvenuta il 6 giugno 1943 al Lago di Nezerò (Tessaglia) dei 43 uomini di Argos Orestiakòn, in Tessaglia (20 aprile1943), dei 33 uomini di Almyros, pure in Tessaglia (14 agosto1943). Da parte degli occupanti bulgari si ricordi, per tutti, l’eccidio compiuto il 29 settembre 1941 a Doxaton (Macedonia), in seguito a una pretesa rivolta popolare, in cui392 uomini vennero fucilati in un sol giorno mentre altri 164 venivano fucilati nei giorni seguenti nelle vicine campagne.

Secondo fonte bulgara gli ebrei prelevati dalla Tracia e dalla Macedonia a opera delle autorità bulgare furono rispettivamente 4.269 e 7141 consegnati ai tedeschi e deportati in Polonia, tutti morirono o furono massacrati.

Gli ebrei deportati dal territorio ellenico e che non hanno fatto ritorno ammontano, secondo il «Comitato d’inchiesta anglo-americano sull’ebraismo europeo e la Palestina » (Losanna 1946), a 65 mila; secondo la valutazione (per difetto) del REITlLINGER, op. cit., essi furono 57 mila.

Il processo di Norimberga ha portato testimonianze di patrioti greci deportati in campi tedeschi di Buchenwald, Belsen, Dachau

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