Marguerite Bervoets – Belgio

Marguerite Bervoets – Belgio

Sono morta per attestare che
si può amare follemente la vita e
insieme accettare una morte necessaria.

Marguerite Bervoets
Di anni 30 – insegnante e poetessa – nata a La Louvière (Hainaut) il 6 marzo 1914 – di­plomata a Bruxelles in lettere e filosofia, quindi in diritto, storia della pittura e storia della musica – divenuta nel 1937 insegnante della Scuola Normale di Tournai (Hainaut) -. Entra a far parte, sin dalla sua fondazione, della sezione di Tournai della Légion Belge -effettua il collegamento con le sezioni di CharIeroi, Mons e Lille, il trasporto di armi, il reclutamento di gruppi di combattimento – fa della sua casa la redazione del foglio clandestino « La Délivrance » (« La liberazione ») e un deposito di materiale – opera anche nel nord della Francia in appoggio a elementi paracadutati – Arrestata 1’8 agosto 1942 mentre sta eseguendo fotografie al campo di aviazione di Chièvres-Brugelette (Hainaut) -tradotta in cella di rigore ad Ath (Hainaut), quindi nelle carceri di Mons (Hainaut) -1’11 giugno deportata in Germania – tradotta nelle carceri di Colonia e di Essen, nel campo di concentramento di Mesum, nelle carceri di Leer -. Processata a Leer il 22 marzo 1944 e condannata a morte – tradotta a Osnabriick, Brema, Brunswick e Wolfenbúttel -.

Deca­pitata nelle carceri di Wolfenbùttel il 9 agosto 1944•

(Scritta ancor prima dell’arresto, ma con il presentimento della propria fine).
Cara amica,
vi ho eletto fra tutte per raccogliere le mie ultime volontà. So in ef­fetti che voi mi amate abbastanza per farle rispettare da tutti. Vi si dirà che sono morta inutilmente, stupidamente, da esaltata. Sarà la verità… storica. Ve ne sarà un’altra. Sono morta per attestare che si può amare follemente la vita e insieme accettare una morte necessaria.
A voi incomberà il dovere di addolcire il dolore di mia madre. Di­tele che sono caduta perché il cielo del Belgio sia piú puro, perché quelli che verranno dopo di me possano vivere liberi come l’ho tanto voluto io stessa: che non rimpiango nulla, malgrado tutto. Mentre vi scrivo, attendo con calma gli ordini che mi saranno dati. Quali saranno? Non lo so ed è per questa ragione che vi scrivo l’addio che la mia morte vi deve portare. È ad esseri come voi ch’essa è interamente dedicata, ad esseri che potranno rinascere e riedificare. E penso ai vostri bambini che domani saranno liberi.
Addio
Marg. Bervoets

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