Archivio mensile:agosto 2015

Eccidio di Monte Sole

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Eccidio di Monte Sole

L’eccidio di Monte Sole (noto anche come strage di Marzabotto, dal maggiore dei tre comuni colpiti) è un insieme di stragi compiute dalle truppe naziste del 16mo Reparto Esplorante comandato dal Maggiore Walter Reder tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nell’area di Monte Sole in provincia di Bologna, nel quadro di un’operazione di rastrellamento di vaste proporzioni contro la Brigata Stella Rossa.
Sicuramente l’azione nasce dalla volontà del feldmaresciallo Albert Kesselring di dare un duro colpo ai partigiani della Stella Rossa e ai civili che li sostengono ma, per l’efferatezza e capillarità delle azioni contro semplici civili appare evidente che di fatto lo scopo ultimo è l’eliminazione della popolazione civile in quanto tale.
Gli italiani infatti sono visti come traditori dopo l’armistizio con gli alleati.
Il modus operandi del Reparto comandato da Reder prevede che le varie Compagnie si distribuiscano a ventaglio nella valle in modo da rastrellare tutti i nuclei abitativi e radunare gli abitanti in sacche, per poter poi facilmente procedere alla loro eliminazione fisica.
Alla fine dei sette giorni di operazione si contano 770 vittime civili, fra donne, vecchi, bambini, neonati.

Immediatamente la stampa fascista nega la strage dalle colonne de Il Resto del Carlino, additando come menzognere le voci in circolazione; solo dopo la Liberazione l’entità del massacro è stata resa pubblica.

Eccidio della Benedicta

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Eccidio della Benedicta

Benedicta, località Capanne di Marcarolo (Appennino al confine tra le province di Alessandria e Genova).Nei primi giorni di aprile del 1944 militari della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) e soldati tedeschi iniziano un imponente rastrellamento contro le formazioni garibaldine della zona.

Gli scontri armati fra le forze in campo iniziano il 6 aprile ma i partigiani sono male armati e presto hanno la peggio.
Alla fine degli scontri, l’11 aprile, vengono catturati 75 partigiani, fucilati dalla GNR comandata da un ufficiale tedesco. Quasi altrettanti erano caduti combattendo.
Il monastero della Benedicta, in cui si sono rifugiati gli uomini disarmati o meno esperti, viene minato e fatto esplodere.
400 renitenti alla leva che si presentano spontaneamente, accogliendo l’invito delle SS che promettono il condono della pena, vengono deportati nei lager nazisti.

17 partigiani, fatti prigionieri durante il rastrellamento, verranno fucilati, insieme ad altri 42 prigionieri, il 19 maggio nella strage del Turchino, compiuta come rappresaglia per un attentato contro dei soldati tedeschi al cinema Odeon di Genova.

Eccidio nelle paludi di Fucecchio

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Eccidio nelle paludi di Fucecchio
Provincia di Pistoia.

Il 23 agosto 1944, con il pretesto di accerchiare e catturare bande di partigiani, la 26/ma Divisione dell’esercito tedesco, agli ordini del capitano Josef Strauch, entra in ogni casolare del Padule, zona di sfollamento e quindi con diverse famiglie residenti, e fucila indiscriminatamente tutti i civili che vi trova.

Nella strage muoiono 175 persone, anche qui donne, vecchi, bambini e neonati.

Donne e Uomini della Resistenza

La Loro vita per la nostra Libertà

Donne e Uomini della Resistenza

Oltre 3000 ritratti delle donne e degli uomini dell’antifascismo, della Resistenza e della Guerra di Liberazione: è un risultato sul quale forse nessuno di noi avrebbe scommesso, tanti anni fa, quando abbiamo intrapreso questo cammino. La nostra si conferma così come la più importante rassegna di biografie di antifascisti esistente in rete.
Dobbiamo questa intensa galleria al lavoro, alla passione e alle ricerche di Fernando Strambaci, giornalista, che a suo tempo fu giovanissimo sappista. A lui il nostro sentito ringraziamento, che estendiamo a quanti, in questi anni, ci hanno aiutato a ricostruire le biografie di antifascisti spesso troppo frettolosamente dimenticati.

Nel corso dell’ultima guerra mondiale, infatti, furono decine di migliaia i partigiani che parteciparono attivamente, spesso a prezzo della vita, alla guerra di liberazione dell’Italia dal fascismo e dall’occupante nazista.
In questa guerra, migliaia e migliaia furono i Caduti in combattimento, le vittime delle rappresaglie e delle stragi, i feriti, i mutilati, i torturati, gli arrestati, i deportati nei Lager nazisti, la cui biografia a buon titolo potrebbe essere aggiunta a questa nostra rassegna.
Senza alcuna pretesa di essere esaustivi, ci pare tuttavia di poter dire che questa galleria (nella quale sono comprese tutte le Medaglie d’oro al valor militare della guerra di Liberazione, diciannove delle quali sono state conferite a donne), sia rappresentativa delle mille sfaccettature del movimento partigiano, nel quale confluirono, trovando coesione e unità, uomini e donne di diverso orientamento politico e ideale e di differente ceto sociale, uniti nella determinazione di riscattare la dignità del Paese, offesa da un ventennio di regime fascista e da una sanguinosa occupazione militare straniera.
È stato calcolato che i Caduti nella Resistenza italiana (in combattimento o eliminati dopo essere finiti nelle mani dei nazifascisti), siano stati complessivamente circa 44700; altri 21200 rimasero mutilati o invalidi. Tra partigiani e soldati italiani caddero combattendo almeno 40 mila uomini (10260 furono i militari della sola Divisione Acqui, Caduti a Cefalonia e Corfù). Altri 40 mila IMI (Internati Militari Italiani), morirono nei Lager nazisti.
Le donne partigiane combattenti furono 35 mila, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna¡. 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d’oro al valor militare.
Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste furono oltre 10000. Altrettanti gli ebrei italiani deportati; dei 2000 di loro rastrellati nel ghetto di Roma e deportati in Germania se ne salvarono soltanto 11. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi massacrarono 7 partigiani e 771 civili e uccisero in quell’area 1830 persone. Per quella strage soltanto nel gennaio del 2007 il Tribunale militare di La Spezia ha condannato all’ergastolo dieci ex SS naziste.
Queste poche migliaia di biografie vogliono quindi essere solo un omaggio a tutti coloro che, in ogni tempo e in ogni condizione, seppero mettere i valori della libertà e della democrazia al di sopra di ogni cosa, persino della incolumità propria e dei propri cari.
Tutto quanto pubblicato è tratto dal sito ANPI

Alekos Panagulis – Devi vivere

Alekos Panagulis

Devi vivere

Se per vivere, o Libertà
chiedi come cibo la nostra carne
e per bere
vuoi il nostro sangue e le nostre lacrime,
te li daremo
Devi vivere

Paul Eluard – La vittoria di Guernica

Paul Eluard

La vittoria di Guernica

1

Bel mondo di tuguri

Di miniere e di campi

2

Visi buoni al fuoco visi buoni al freddo

Ai rifiuti alla notte agli insulti alla frusta

3

Visi buoni a tutto

Ecco il vuoto vi fissa

La vostra morte servirà d’esempio

4

Morte cuore rovescio

5

Vi han fatto pagare il pane

Il cielo la terra l’acqua il sonno

E la miseria

Della vostra vita

6

Dicevano di volere il buon accordo

Razionavano i forti giudicavano i pazzi

Facevano l’elemosina spartivano in due un soldo

Salutavano i cadaveri

Si colmavano di cortesie

7

Perseverano esagerano non sono del nostro mondo

8

Le donne e i bimbi hanno lo stesso tesoro

Di primavera verde e latte puro

E di durata

Nei loro occhi puri

9

Le donne e i bimbi hanno lo stesso tesoro

Negli occhi

Gli uomini come possono lo difendono

10

Le donne e i bimbi hanno negli occhi

Le stesse rose rosse

Mostra ognuno il suo sangue

11

La paura e il coraggio di vivere e morire

Tanto difficile la morte tanto facile

12

Uomini per cui questo tesoro fu cantato

Uomini per cui questo tesoro fu sprecato

13

Uomini reali cui la disperazione

Alimenta la fiamma divorante della speranza

Apriamo insieme l’ultima gemma dell’avvenire

14

Paria la morte la terra l’orrore

Dei nemici hanno il colore

Monotono della nostra notte

E noi li vinceremo.

Paul Eluard – Far vivere

Paul Eluard

Far vivere

Frano pochi uomini che vivevano nella notte

Sognando del cielo materno

Frano pochi uomini che amavano la selva

Credendo al legno ardente

Fín da lontano beati al profumo dei fiori

La nudità dei desideri li velava

*

Il respiro ritmato univano nel cuore

All’ambizione minima di vita naturale

Che nell’estate cresce come estate più forte

*

Alla speranza del tempo venturo

E che pur da lontano altro tempo saluta

Univano nel cuore

Amori più ostinati del deserto

*

Pochissimo sonno bastava

Per renderli al sole futuro

Duravano sapevano che vivere fa eterni

*

Dal buio dei bisogni generavano luce

Erano pochi uomini

Furono folla a un tratto

Sempre è stato così.

Mavoungou Badinga’ – Errore Giudiziario

Mavoungou Badinga’
Errore Giudiziario
Io sono SOWETO!
Io sono la NAMIBIA!
mi si rimprovera di aver fiutato
L’odore delle budella bianche
E dire ad alta voce
Che puzzano
E per questa ragione
Per questa ragione Signori della Corte
Oggi merito la pena coloniale.
Io sono SOWETO!
Io sono la NAMIBIA!
Mi si rimprovera di aver gridato fuori di me
Una dolce parola che scuote la mia vita
E che nessuno sente dalla parte del sole
E per questa ragione
Per questa ragione, Signori della Corte
Porto oggi una voce alle mie spalle.
Io sono SOWETO!
Io sono la NAMIBIA!
Mi si rimprovera di aver guardato questo fottuto mondo
Dalla finestra del mio cuore ed esserne disgustato
Appena entratovi ed aver capito
Per questa ragione Signori della Corte
Dentro di me oggi porto l’ombra della morte.
Io sono SOWETO!
Io sono la NAMIBIA!
Mi si rimprovera di aver desiderato
Che mi venga resa la mia terra, il mio paese
La mia libertà ed il mio silenzio
Per questa ragione Signori della Corte,
Oggi vengo condannato
Alla pena dell’ergastolo
Vi dico allora Signori della Corte!
Che questo è un grave errore giudiziario
Perché il bianco per primo, avanti tempo
Ha morso il frutto verde di mia madre: l’Africa.

Claude Bivoua – Speranza e liberta’

Claude Bivoua

Speranza e liberta’
(A Nelson Mandela)

Volevamo una patria libera e prospera
per sempre generosa nelle mani dei suoi degni figli d’Africa
questo fu il suo sogno e la sua lotta
volevamo una patria coraggiosa e giusta
tra le menzogne e le speranze tradite
anche questo fu il suo sogno e la sua lotta
volevamo infine pace, democrazia e lavoro
questo fu il suo sogno e la sua lotta.
O, MANDELA
asciuga il sudore dei nostri sforzi
dopo tante rivolte schiacciate
che tu sia il fiammante rosso scarlatto tra il verde
che tu sia marmo e monumento di bravura
tra i tuoi fratelli che a lungo furono
prigionieri senza memoria.

Che il tuo splendore ravvivi le mille coscienze intorpidite
e allorquando l’anima orfana finirà di piagnucolare
che tu sia per sempre quella fonte di Armouche
dove andrà ad assaporare il miele della libertà e della speranza.

Claude Bivoua – Resistenza

Claude Bivoua

Resistenza

Che frughino pure nelle tue viscere

per il tuo oro e i tuoi diamanti

ieri oggi e domani pure

la memoria collettiva guarirà un giorno le tue piaghe.

Africa imbrogliata, Africa tollerante, Africa umanista

resisti, paese di Nelson MANDELA

Anche se non sarà domani Nelson

ieri è già lontano nel Zimbabwe Nelson

anche se non sarà dopodomani Nelson

oggi appartiene già al passato Nelson.