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Pietro Gori – Inno del 1 Maggio

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Pietro Gori

Inno del 1 Maggio

Vieni o Maggio t’aspettan le genti
ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori
vieni e splendi alla gloria del sol

Squilli un inno di alate speranze
al gran verde che il frutto matura
a la vasta ideal fioritura
in cui freme il lucente avvenir

Disertate o falangi di schiavi
dai cantieri da l’arse officine
via dai campi su da le marine
tregua tregua all’eterno sudor!

Innalziamo le mani incallite
e sian fascio di forze fecondo
noi vogliamo redimere il mondo
dai tiranni de l’ozio e de l’or

Giovinezze dolori ideali
primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano
date ai petti il coraggio e la fè

Date fiori ai ribelli caduti
collo sguardo rivolto all’aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor!

Pietro Gori – Vieni o maggio ti aspettan le genti

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Pietro Gori
Vieni o maggio ti aspettan le genti
Vieni o Maggio t’aspettan le genti
ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua del lavoratori
vieni e splendi alla gloria del sol
Squilli un inno di alate speranze
al gran verde che il frutto matura
e la vasta ideal fioritura
In cui freme Il lucente avvenir
Disertate falangi dl schiavi
dai cantieri da l’arse officine
via dai campi su da le marine
tregua tregua all’eterno sudor
Innalziamo le mani incallite
e sian fascio dl forze fecondo
noi vogliamo redimere il mondo
dal tiranni de l’ozio e de l’or
giovinezza dolori ideali
primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano
date al petti il coraggio e la fé
Date fiori ai ribelli caduti
collo squardo rivolto all’aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor

Pietro Gori – Inno del primo maggio

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Inno del primo maggio
Pietro Gori
Vieni o Maggio t’aspettan le genti
ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori
vieni e splendi alla gloria del sol

Squilli un inno di alate speranze
al gran verde che il frutto matura
a la vasta ideal fioritura
in cui freme il lucente avvenir

Disertate o falangi di schiavi
dai cantieri da l’arse officine
via dai campi su da le marine
tregua tregua all’eterno sudor!

Innalziamo le mani incallite
e sian fascio di forze fecondo
noi vogliamo redimere il mondo
dai tiranni de l’ozio e de l’or

Giovinezze dolori ideali
primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano
date ai petti il coraggio e la fè

Date fiori ai ribelli caduti
collo sguardo rivolto all’aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor!

Pietro Gori – Inno dei Lavoratori

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Pietro Gori
Inno dei Lavoratori
O proletari che braccio e pensiero
ai rei tiranni de l’oro vendeste
sorgete in armi pe’l giusto, pe’l vero
e sollevate le impavide teste.
Il vecchio mondo già crolla e ruina
e a l’orizzonte s’affaccia l’aurora
o idea ribelle cammina cammina
in armi su miserabili è l’ora!…
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
Noi poggi e piani coi lunghi sudori
di bionde messi rendiamo fecondi
noi per il ventre d’ingordi signori
ci logoriamo scherniti errabondi
Noi fabbricammo i fastosi palagi
e avemmo a pena soffitte e tuguri
l’ozio dei ricchi ebbe giubilo ed agi
noi onta e inopia dei mesti abituri
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
Ma troppo amara signori divenne
la rea bevanda e ci abbrucia la bocca
è colmo il calice l’ora è solenne
e la misura del pianto trabocca
All’armi, all’armi, fatidici araldi
e distruggiam questa esosa oppressione
avanti, o forti manipoli, o baldi
lavoratori a la gran ribellione!…
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
Se ognora fummo pazienti e cortesi
sotto ogni vostra spietata minaccia
padroni onesti, pasciuti borghesi
venite innanzi e guardiamoci in faccia
È tanto tempo che oppressi sfruttati
mesti ingozzammo i dolori e le pene
ma ormai vedete ci siamo contati
siam forti e molti e spezziam le catene.
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
Le vostre dame di porpora e d’oro
l’opera nostra solerte ha vestito
per voi creammo con rude lavoro
vasi e cristalli lucenti al convito
Ma sotto il vento glaciale del verno
le nostre donne son lacere e grame
martiri vive dannate a l’inferno
treman di freddo, sussultan di fame.
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
Noi valicammo gli immensi oceani
sfidando l’ira di mille tempeste
e a voi recando dai lidi lontani
gingilli e stoffe di gemme conteste
E intanto voi con minacce e promesse
figlie e sorelle ci avete stuprato
e noi codardi con schiene dimesse
dovizie offrimmo a chi ‘l pan ci ha rubato.
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
Quando sorelle saran le nazioni
e gli odi antichi travolti e distrutti
una famiglia di saggi e di buoni
godrà in comune il prodotto di tutti
Non più chi oziando s’impingui e divori
presso chi stenta fatica e produce
per tutti il pane il lavoro gli amori
non più tenebra ma scienza, ma luce.
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
Non più padroni né servi ma destre
fraternamente tra uguali distese
ma idee d’amore d’alte opre maestre
ma menti sol d’umanesimo accese
E passerà su la libera terra
un soffio puro di calma e di vita
non più l’atroce canzone di guerra
ma gioia immensa ma pace infinita.
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà
*
E solo allor tra le splendide e pure
aure del giovine secol giocondo
al nostro piè getteremo la scure
per contemplare il tripudio del mondo
E con la fiaccola in alto cantando
l’inno intonato del giorno de le ire
tra gli splendori del dì memorando
saluteremo il lucente avvenire.
*
Su le fronti e in alto i cuori
e inneggiamo a l’uguaglianza
a la umana fratellanza
e a la santa libertà

Rafael Alberti – Primo Maggio nella Spagna repubblicana del 1938

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Rafael Alberti
Primo Maggio nella Spagna repubblicana del 1938

Corale di primavera

Primo di Maggio.
Inni, sangue, fiori.
Primavera di guerra dei lavoratori.
*
" Dimmi, che farai il Primo Maggio? "
Il mio paese è in guerra, contadina.
Io, da vero buon soldato dei mari,
farò che la bandiera di marina
s’agiti sopra i venti regolari. "
*
" Dimmi, che farai il Primo Maggio? "
– Il mio paese è in guerra. Una gran pioggia
di fuoco i campi vuole flagellare.
lo, come contadina, o marinaio,
offrirò le mie braccia per falciare.
*
" Dimmi, che farai il Primo Maggio? "
" Il mio paese è in guerra. Le officine
raddoppiano, veloci, la giornata.
Fianco a fianco degli uomini, le donne
presteranno il loro polso affrettato. "
*
Dimmi, che farai il Primo Maggio? "
II mio paese è in guerra. Nel suo cielo
vedo ali d’uccelli predatori.
Io di gloria incoronerò il volo,
o repubblica, dei nostri aviatori.
*
Dimmi, che farai il Primo Maggio?"
" Il mio paese è in guerra. Duramente
farò parlare all’arma quel linguaggio
che porti la mia Spagna eroicamente
a conquistare ancora il suo paesaggio.

Primo di Maggio.
Inni, sangue, fiori.
Primavera di vittoria dei lavoratori.

Pietro Gori – Inno del Primo Maggio

Pietro Gori
Inno del Primo Maggio
Vieni o Maggio t’aspettan le genti

ti salutano i liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori
vieni e splendi alla gloria del sol.

Squilli un inno di alate speranze

al gran verde che il frutto matura
a la vasta ideal fioritura
in cui freme il lucente avvenir.

Disertate o falangi di schiavi

dai cantieri da l’arse officine
via dai campi su’ da le marine
tregua tregua all’eterno sudor!

Innalziamo le mani incallite

e sian fascio di forze fecondo
noi vogliamo redimere il mondo
dai tiranni de l’ozio e de l’or.

Giovinezze dolori ideali

primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano
date ai petti il coraggio e la fè.

Date fiori ai ribelli caduti

collo sguardo rivolto all’aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor!

(1892)

Pietro Gori – Inno del 1° Maggio

Inno del primo maggio

Pietro Gori

Vieni o Maggio t’aspettan le genti

ti salutano i liberi cuori

dolce Pasqua dei lavoratori

vieni e splendi alla gloria del sol

 

Squilli un inno di alate speranze

al gran verde che il frutto matura

a la vasta ideal fioritura

in cui freme il lucente avvenir

 

Disertate o falangi di schiavi

dai cantieri da l’arse officine

via dai campi su da le marine

tregua tregua all’eterno sudor!

 

Innalziamo le mani incallite

e sian fascio di forze fecondo

noi vogliamo redimere il mondo

dai tiranni de l’ozio e de l’or

 

Giovinezze dolori ideali

primavere dal fascino arcano

verde maggio del genere umano

date ai petti il coraggio e la fè

 

Date fiori ai ribelli caduti

collo sguardo rivolto all’aurora

al gagliardo che lotta e lavora

al veggente poeta che muor!